L'Alvernia scopre le carte, tra cultura e natura

“Diversificare la nostra programmazione per far conoscere al pubblico e al trade internazionale nuove destinazioni sul territorio francese”. È questo, nelle parole del direttore generale Christian Mantei, l’obiettivo che Atout France sta perseguendo da qualche anno, proprio grazie all’organizzazione itinerante del workshop Rendez Vous en France.

Quest’anno è toccato all’Alvernia andare sotto i riflettori: una regione ancora non molto conosciuta dal turismo estero, dal momento che solo i vicini Paesi Bassi si comportano bene, rappresentando uno share del 42 per cento sul totale degli arrivi, mentre tutto il resto dei mercati europei non raggiunge il 10 per cento. Ed è proprio su questo punto che insiste il direttore del turismo della regione, Jean Francois Jobart: “Vogliamo aprire ai mercati extraeuropei - sostiene -: economicamente, i cosiddetti Brics stanno crescendo in maniera esponenziale ed è proprio su di loro che puntiamo, entro i prossimi cinque anni, per arrivare a portarli dall’attuale 18 al 25 per cento negli arrivi”.

L’Alvernia, situata nella parte centro-meridionale della Francia, vanta una varietà turistica difficilmente immaginabile, che porta questo settore a rappresentare l’8,3 per cento del Pil regionale. Per sviluppare l’inbound annualmente vengono investiti 205 milioni di euro e la spesa turistica raggiunge quota 1,4 miliardi di euro l’anno.

Natura e cultura, i vulcani e Vichy
L’Alvernia è detto il territorio degli 80 vulcani tra i quali, a Clermont Ferrand, l’attrazione è costituita dal Puy de Dome, definito il grandpère, il nonno, per la sua età e la sua imponenza. Raggiungibile fino al 2012 solo a piedi, ora può essere visto agevolmente grazie al Panoramique de Domes, un treno a cremagliera che porta fino in cima, a quota 1465 metri. La catena dei Puys, territorio vulcanico che si estende su una lunghezza di più di 30 km, si trova nel cuore del più vasto Parco Naturale Regionale d’Europa: il Parco Naturale dei Vulcani dell’Alvernia.

Moulins, Montlucson, Charoux e Issoire sono tutte località poco conosciute dagli italiani, e tra esse trova posto anche l’art noveau di Vichy, storica stazione termale tuttora in piena attività. Per il resto, il territorio si offre agli occhi del turista con piccoli borghi, legati soprattutto al Medioevo francese.

Paesini da 400 anime che, però, sorprendono con musei degni di città cento volte più grandi: Moulins ed il museo dei costumi teatrali, il museo della musica popolare a Montlucson, la fabbrica di mostarda nei pressi di Charroux. In Alvernia si trovano, poi, ben 250 costruzioni religiose, edificate tra l’XI e il XIII secolo, e lo stile romanico spicca particolarmente in cinque edifici: Notre Dame du Port, a Clermont-Ferrand, inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco, Saint-Saturnin, Saint-Austremoine a Issoire, Notre Dame du Mont-Cornadore a Saint-Nectaire e Notre Dame d’Orcival.

Ancora, questa regione ha tenuto a battesimo, a Moulins, l’attività teatrale di tale Gabrielle Chanel, passata alla storia del teatro poi come Coco Chanel. La capitale dell’Alvernia accolse, inoltre, la folgorante idea dei fratelli Michelin, che hanno rivoluzionato il concetto dell’utilizzo della gomma per dar vita a un’industria che ora, nelle centinaia di fabbriche in giro per la Francia, produce uno pneumatico per quattro o due ruote ogni 22 minuti. A Clermont-Ferrand c’è perfino un museo che racconta ‘l’Avventura Michelin’.

Un mercato in crescita, previsioni positive
“L’Alvernia ha due armi da sfruttare: la natura e lo stile artistico romanico. Non per niente - ricorda Vanessa Michy, responsabile per il marketing e per la stampa - possiamo offrire quasi 610mila letti: in questa cifra inglobiamo quasi 150 guest bed e 462mila letti nelle seconde case.

E il rapporto con il mercato italiano? “Mentre Belgio, Gran Bretagna e Germania viaggiano attorno al 10 per cento negli arrivi - riferisce Michy - il market share dell’Italia segna 4 per cento, ma con una previsione di crescita”.

“I parametri per le statistiche sono differenti, da quando non ci sono più le frontiere - dice Christian Kergal, direttore Atout France per Italia e Grecia”. Gli italiani vanno in Francia da soli, solamente i grandi operatori si muovono con i gruppi. Quindi?
“Per i calcoli - specifica Kergal - ci sono solo i voli point to point tra Italia e Francia, i sondaggi random sulle strade e i riscontri delle carte di credito”. La Francia punta sempre alle città storiche della Penisola, per contro gli italiani conoscono solo Parigi, l’area Nord e quella Sud della Francia. “Stiamo sviluppando alcuni punti chiave - precisa il direttore -: ci concentriamo in primis sullo sviluppo del turismo di spiritualità, sulla base di una politica di accoglienza ed ospitalità”. L’ente promuove, inoltre, itinerari in Provenza per i biker e ‘Vecchie Vele’, gare amichevoli tra la Costa Azzurra e la riviera ligure. “Uno sforzo maggiore - conclude Kergal - sarà necessario per far conoscere le regioni centrali”.

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