Un buon curriculum per il turismo, le regole dell'esperto

“Neanche un amministratore delegato ha un curriculum di dieci pagine”. Un cv troppo dettagliato non è necessariamente un bel biglietto da visita da presentare a un’azienda, anzi può rivelarsi la mossa perfetta per non essere considerati. E a dirlo è chi seleziona per mestiere. Helga Niola, South Europe recruiting manager di Club Med spiega a TTG Italia gli errori da evitare e le regole da seguire per creare un curriculum vitae efficace e distinguibile.

“Riceviamo 300/400 cv al giorno - spiega -. È necessario che il curriculum sia sintetico, personale e personalizzato, anche nel formato: usare formati standard come quello europeo è deleterio”.

I dati anagrafici
Fondamentale, rivela il recruiting manager, è “mettere in chiaro i contatti e i dati anagrafici. Può sembrare scontato, ma se non sono comprensibili è difficile mettersi in contatto con la risorsa”.

Quale azienda?
Nell’elencare le esperienze, poi, non bisogna “mai dare per scontato che il recruiter conosca tutte le aziende. È meglio quindi spendere due parole in più per descrivere di cosa fa l’impresa e il proprio job title”.

L'inglese arruginito
Attenzione alle espressioni da usare per descrivere, ad esempio, il livello di padronanza delle lingue. “Mi è capitato di leggere ‘inglese arruginito’, non è il modo migliore di presentarsi”.

L'importanza delle soft skill
Infine, dare il giusto spazio alle proprie passioni o competenze artistiche può fare la differenza e raccontare molto del candidato. “Noi di Club Med diamo molta importanza alle soft skill. Pensi - conclude Niola - che io sono una cantante di opera, diplomata al Conservatorio”.

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