Non ci sono più le Province di una volta

Qualche giorno fa il Consiglio dei Ministri ha esaminato, e sdoganato, il decreto taglia Province. Così, di botto, dal 1° gennaio 2014 spariscono 35 province su 86, sparpagliate nelle diverse Regioni italiane.

Panico e paura per chi, come me, ha imparato le Province italiane in ordine di caratteristiche peculiari. E che se le ricorda sul modello scuole elementari.

Allora. Le province del Piemonte sono: Torino, il capoluogo, quello dove c'è la fabbrica che dà da lavorare ai papà, Asti, che profuma di spumante già solo dal nome, Cuneo, del vino, ma per noi sabaudi è sempre, e soprattutto, 'La Granda'. E poi, Vercelli, del riso e dei risotti. Novara, che già confina con Milano, e quindi la capisci meno. E infine Alessandria, dove si sente già un influsso emiliano-romagnolo.

E così via, tutte le province d'Italia, imparate associando il nome a una figura, ad un profumo, ad un storica rivalità, come Pisa e Livorno, per dirne una nota ai più.

Poi arriva la spending review e ti ritrovi con il paniere dei territori e dei prodotti tipici tutto rimescolato. Per non parlare dei libri di geografia delle elementari, pronti alla ristampa. Meno male che sulle targhe delle auto non c'è più l'indicazione della provincia: vi pare possibile creare una sigla che comprenda Foggia/Barletta/Andria/Trani? O, peggio ancora, Lucca/Massa Carrara/Pisa/Livorno? Senza contare che alcune regioni, come Umbria, Molise e Basilicata si ritroveranno con un provincia sola. Che peccato! Eran le più facili da ricordare, quelle, alle elementari!

E non è finita. Accanto alle Province accorpate nasceranno 9 città metropolitane, che fonderanno i Comuni in un'unica identità amministrativa (forse, ma ancora non si sa. Il dibattito parlamentare può fare l'impossibile). Non so se è chiara la portata della tragedia… mi toccherà cambiare il nome del blog!

Per portarsi avanti, arrivano soluzioni fantasiose. Nel caos di appartenenza ai diversi territori, Federalberghi segnala che un portale di prenotazione alberghiera ha inventato nuovi e fantasiosi comuni, basandosi sui nomi dei quartieri. Ad esempio, sono nati i comuni di Boccea, Tor Vergata, Giardinetti, Fonte Nuova, Prima Porta… tutti nei dintorni di Roma, è chiaro. Che a me, se serve per far tornare a posto i conti con il numero dei comuni italiani che dà il nome al mio blog, va poi anche bene…non mi lamento. Però non vorrei essere nel turista che cerca il comune di Prima Porta, magari alle 11 in una piovosa serata di novembre.

Certo, non è un nome a cambiare il prodotto. Qualcuno che scriveva meglio di me, un tal Shakespeare mi pare, lo ha detto meglio e con maggiore ispirazione. L'autenticità dei territori italiani, della loro offerta, della loro fantasia, non ha bisogno di un nome per rimanere tale.

Ma io ci voglio andare, all'inizio del 2014, a ficcare il naso su e giù per la terra dei campanili, a vedere che effetto fa vedere quelli di Latina e di Frosinone andare a braccetto nella stessa provincia.

Twitter @cperoglio

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