Spese per viaggi d'affari: big data ancora poco sfruttati

Utilizzare i big data per sviluppare analisi e modelli previsionali di spesa nei viaggi d'affari. È questo l'approccio corretto che dovrebbero avere le aziende, ma la strada per arrivarci è ancora lunga.

È quanto emerge dall'AirPlus International Travel Manager Study 2014, che ha intervistato i travel manager di 24 Paesi, tra cui l'Italia. L'80 per cento di loro dichiara di analizzare già i dati di spesa, ma solo un terzo li utilizza per creare modelli previsionali o per valutare i comportamenti di viaggio.

Nel quadro generale, i travel manager della Penisola fanno meglio dei loro colleghi europei in alcuni campi. Secondo l’indagine AirPlus, infatti, il 90 per cento dei travel manager italiani analizza i dati di business travel principalmente con l’obiettivo di controllare i costi, contro un 79 per cento su scala globale.

Complessivamente, in Europa il 40 per cento delle aziende utilizza l’analisi anche per negoziare tariffe migliori con i fornitori di servizi (13 per cento in Italia) mentre il 38 per cento li usa per controllare il rispetto della travel policy aziendale (15 per cento in Italia).

Al di là di questi utilizzi tradizionali di analisi delle spese di viaggio, però, meno di un terzo degli intervistati su scala mondiale dichiara di utilizzare l’analisi dei dati per creare modelli previsionali o per analizzare i comportamenti di viaggio.

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