Associazione Start Up Turismo: "Troppa burocrazia ci frena"

Destinazioni, temi ed esperienze. Sono questi gli ambiti dentro i quali si muovo oggi le start up del turismo italiane.

A rilevarlo è l'Associazione Start Up Turismo, che da poco più di un anno raccoglie 41 giovani aziende pronte a fare il salto di qualità nel comparto. Poco meno del 70 per cento sono quelle che lavorano sulle destinazioni, ovvero "sulla proposta al cliente finale (e talvolta al trade) di offerte basate sulla scoperta dei territori, soprattutto di quelli meno noti, e delle esperienze locali" racconta Flavio Tagliabue, start upper a capo di WeaGoo.com, tra i fondatori dell'associazione.

"Sul fronte del booking - spiega - i big player sono così avanti che è difficile ricavarsi uno spazio. Un buon 30 per cento delle start up del turismo, invece, si dedica all'aspetto puramente tecnologico, ad esempio per quanto riguardo lo sviluppo di application".

Tra i principali problemi riscontrati dalle start up del settore c'è la burocrazia: "Il sistema è troppo pesante e, soprattutto, non tiene conto della specificità di una start up, che a livello normativo viene equiparata alle srl tradizionali di tipo commerciale, ad esempio per quanto riguarda gli adempimenti fiscali. Lo stesso discorso - conclude Tagliabue - vale per i bandi pubblici, che mettono a disposizione servizi invece di fondi, ovvero ciò di cui ha davvero bisogno una start up per trasformare la propria idea in business".

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