Il commento del direttore
Remo Vangelista
Chi è in cerca di nuove opportunità lavorative dovrebbe provare a cinguettare le proprie competenze. Lo scorso anno il 13 per cento delle aziende ha selezionato risorse fresche dopo averne letto su Twitter i twesume (parola che unisce Twitter e resume), i mini-curriculum composti sfruttando al meglio i 140 caratteri utilizzabili per comunicare attraverso il social network.
Twitter non è solo uno strumento per autopromuoversi spontaneamente, ma anche per trovare annunci che rispondano al proprio profilo. Colossi internazionali come Accenture, Disney, l’Oréal e Starbucks hanno già iniziato a gestire le proprie campagne di recruitment pubblicando offerte proprio su Twitter.
A darne la notizia, spiega Event Report, è il quotidiano La Repubblica in un articolo che sembra mettere la parola fine ai tradizionali curriculum in cui venivano elencati studi, competenze, esperienze lavorative precedenti, aspirazioni e persino hobby.
Concentrare il proprio know how e descrivere se stessi in 140 caratteri (che diventano 132 con l’hashtag #twesume) non è certo semplice. Chi sceglie questo strumento deve possedere due account Twitter: uno personale con cui seguire gli amici e i beniamini di sport e spettacolo e l’altro professionale, dove seguire aziende e responsabili risorse umane. Il twesume deve essere poi redatto inserendo le competenze come parole chiave.
Attenzione però, avverte da Repubblica il direttore del master in Organizzazione e personale alla Bocconi Gabriella Bagnato, ridurre il senso di una vita professionale in meno di 140 caratteri può essere pericoloso. Ecco allora che Twitter è solo il punto di partenza: il twesume deve contenere il link al proprio profilo LinkedIn, al tradizionale curriculum o a un eventuale blog.