Il cielo sopra Berlino (può attendere)

Un giorno, quando finalmente verrà aperto, porterà il nome di un Nobel per la pace del passato, quello del cancelliere Willy Brandt; per adesso però sta solo generando discordia, cause legali annunciate o già avviate e soprattutto un'ombra sulla proverbiale efficienza tedesca.

A Berlino non si parla d'altro, così come nel brandeburghese, in tutto il territorio tedesco e un po' in mezza Europa. E chi deve patire le pene dello spread in altalena prova in silenzio un po' di soddisfazione: anche lì ogni tanto le cose vanno male. Comunque sia il tanto atteso aeroporto Brandeburgo di Berlino, città astro nascente europeo anche a livello turistico, per ora non aprirà.

Pensato per sopportare un traffico fino a 50 milioni di passeggeri, terza forza della Germania, base di Air Berlin e Germanwings e presidio di Lufthansa, non sembra risultare a norma in materia di sicurezza. E tutto è emerso all'immediata vigilia dell'apertura ufficiale, all'improvviso.

Pochi giorni prima di giugno, con un volo di inaugurazione, affidato proprio a Air Berlin, già venduto, giunse a sorpresa l'annuncio: tutto fermo, rischio sicurezza, sistemi antincendio non adatti. Dopo 5 anni e mezzo di lavori e controlli!

Avrei dato non so cosa per vedere la faccia di Angela Merkel nel leggere su Spiegel pochi giorni fa che forse l'aeroporto non riaprirà neanche a ottobre del prossimo anno, anche se le riunioni per prendere una decisione definitiva sono previste solo per la prossima settimana. E chissà quali espressioni avrà fatto (peggiori di quelle che uscirono alla vista di Berlusconi che la ignora bellamente per parlare al telefonino?) leggendo poi la Bild, che anticipa l'eventualità di abbattere completamente e ricostruire da zero interi edifici, in quanto pericolosi...

Air Berlin e Deutsche Bahn hanno iniziato ad affilare le armi degli avvocati. Troppe perdite. Lufthansa non si è ancora espressa. Difficile pensare stia a guardare. Soprattutto se la parola fine è ancora lontana. Molto lontana.

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