CaleidoscopioStoria di uno sbarco a Piazza Affari

Una sfida per diventare grandi. Si può riassumere in questo concetto lo sbarco in Borsa di Caleido Group, che dallo scorso 24 marzo è sul listino di Aim Italia, il Mercato Alternativo del Capitale.

“Abbiamo dovuto rinviare l’ammissione alle negoziazioni dalla prima data prevista del 6 marzo al 24 per questioni di procedura – specifica Simone Ghelfi, chief marketing officer del Gruppo Oltremare -, ma questo non ha comportato effetti sul successo dell’operazione, che anzi, è stata  molto soddisfacente sin dall’avvio”.

Il titolo ha infatti registrato il maggior tasso di incremento “nella prima giornata , mentre i due giorni successivi abbiamo dovuto subire uno stop proprio per eccesso di rialzo”.

Caleido Group, nato nel 2014 da una costola del Gruppo Oltremare attraverso il conferimento dei brand Caleidoscopio (il marchio acquisito nel 2010 dal Gruppo Ventaglio), Travelab e Dreambox, ha ambizioni da grande: “L’obiettivo di questa manovra, che ha visto il posizionamento di un flottante di circa 1,5 milioni di euro, per una quota complessiva di circa il 20 per cento dell’intero capitale del Gruppo Oltremare – spiega Ghelfi – è quello di realizzare progetti di sviluppo importanti, che portino Caleido ad acquisire un peso maggiore a livello nazionale”.

Nello specifico, particolare attenzione verrà dedicata al tour operating: “Il nostro piano triennale prevede di effettuare nuove acquisizioni di piccoli t.o. specializzati su alcune aree lungo raggio. Questo ci permetterà di accrescere ulteriormente il fatturato e rafforzare ancora la nostra specializzazione sui target di alto livello a cui ci rivolgiamo”.

La premessa a tutto ciò è la consapevolezza, in casa Caleido, che “una società turistica ha un appeal piuttosto contenuto sul mercato finanziario – precisa Ghelfi -, per cui i progetti che abbiamo messo in campo devono avere una portata molto ampia, affinché gli investitori ci diano fiducia”.

Tra questi, sottolinea il manager, anche alcuni player istituzionali come “Globes Equity Star, fondo gestito da Patrimony 1873 e Amaranto Italian Market”.

Ecco spiegata anche la scelta di quotarsi in ambiente Aim: “Siamo una realtà aziendale di dimensione ridotta, non possiamo pretendere di arrivare a competere con i big player della finanza – mette in luce Ghelfi -. L’Aim, d’altra parte è un mercato meno volatile e meno soggetto a oscillazioni di quanto non sia la piazza principale e questo ci dà maggiore sicurezza”.

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