Il petrolio cala, ma i biglietti aerei no: i costi per le agenzie

Il prezzo del barile sta scendendo, e questo è un fatto: negli ultimi tempi ha toccato i 35 dollari al barile, cifra impensabile fino a pochi anni fa, quando le oscillazioni avevano portato il greggio a 100 o 150 dollari. Un fattore che avrebbe dovuto portare a un drastico calo del prezzo dei voli aerei.

Sulla vicenda dei prezzi tenta di fare luce un’ampio servizio de linkiesta.it. Che chiama subito in causa uno degli strumenti più contestato dalle agenzie: la fuel surcharge.

L’articolo pone inoltre l’accento sulle previsioni degli utili delle compagnie aeree effettuato dalla Iata: per il 2015, l’associazione prevede una cifra pari a 33 miliardi di dollari.

Due elementi scollegati? Per linkiesta no. Gli utili dei vettori, secondo il servizio, sarebbero una conseguenza del mancato ribasso dei prezzi dei biglietti. Al quale si va ad aggiungere il meccanismo della fuel surcharge, applicato al rialzo ma non al ribasso.

Le conseguenze, ovviamente, sono sulle finanze dei viaggiatori. Ma non solo: anche le agenzie perdono la loro quota, visto che ormai una quota consistente dei biglietti aerei è costituita da elementi non commissionabili. Senza contare i costi in termini di tempo per ‘recuperare’ dai clienti le cifre relative agli adeguamenti carburante.

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