Gli Stati Uniti dei tour operator: tutti i nodi da sciogliere

La concorrenza del Canada, i timori per la sicurezza, il dollaro rafforzato sull’euro, la forte competizione del fai da te nelle sue diverse forme. Sono questi i nodi da sciogliere per i tour operator che programmano gli Stati Uniti e che si trovano ad affrontare un anno tutt’altro che facile e ancora da decifrare.

È questo quanto è emerso durante l’assemblea dei soci di Visit Usa presieduta da Olga Mazzoni. È stata proprio lei a chiedere il punto della situazione per verificare i sentori di un momento di difficoltà dopo il record dello scorso anno, con il superamento per la prima volta del milione di arrivi dall’Italia.

Il quadro generale, pur con qualche distinguo, vede un calo delle vendite accompagnato da un aumento del valore medio della pratica, spiegato in questi termini da Gianluca Sposito, general manager di Konrad Travel: “La diminuzione dei clienti c’è e soprattutto vendiamo solamente le nostre destinazioni e non più i pacchetti semplici, come il solo New York o Miami”.

Prodotti, concordano i soci, ormai nelle mani delle vendite su web oppure nel prodotto realizzato direttamente dalle agenzie. E in contemporanea aumenta la domanda per il Canada, che si sta rivelando il vero pericoloso concorrente come destinazione, complice costi più bassi. “Il pacchetto semplice si è perso – conferma Mariangela Candiani, direttore programmazione e booking di Gastaldi Holidays – inutile nasconderci, il cliente trova sul web prezzi inferiori. Funziona l’advance booking, poi a maggio le prenotazioni si fermano. Manca l’estate di una volta, mancano le famiglie”.

Ma a risentirne non dovrebbe essere la destinazione nel complesso, anche se difficilmente si ripeteranno le cifre del 2015, perché i flussi non sembrano essere particolarmente rallentati. “Il calo per quanto ci riguarda è contenuto, ma i numeri restano importanti” ha confermato Patrizia Ribaga, country manager Italia di Delta, trend che riguarda anche Emirates, che anzi per l’alta stagione registra un trend positivo. “Anche per noi ci sono forti richieste”, aggiunge Francesco Paradisi, senior manager business development di Ncl.

Quindi il mercato si trova a una svolta? Almeno sul fronte del tour operating sì e su questo fronte la destinazione forse dovrà essere ripensata. “Forse dovremmo fare autocritica e capire perché il cliente va sul web” è la provocazione di Paradisi. Uno stimolo per rilanciarsi sul mercato e riprendersi i clienti persi per strada, ma che continuano a scegliere gli Stati Uniti.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana