Visti Egitto, le proteste: "Inutile lo sforzo dei t.o."

C'è chi l'ha definito un "errore", chi una "batosta troppo pesante" o ancora una scelta “incomprensibile”. L’aumento dei costi sui visti per l’Egitto genera un raffica di proteste da parte dei tour operator italiani, che interpellati da TTG Italia sul tema evidenziano le conseguenze più immediate: il rialzo dei prezzi dei pacchetti, con un annullamento degli sforzi fatti sinora per rilanciare la destinazione.

“La decisione del governo egiziano di aumentare il visto a 60 dollari rispetto agli attuali 25 è  incomprensibile" è intervenuto il direttore tour operating di Alpitour, e vice presidente Astoi, Pier Ezhaya. Oltre a costituire "una totale sterilizzazione e vanificazione degli sforzi che tutti gli operatori stanno mettendo in campo per rilanciare la destinazione" porterà a un "incremento dei prezzi medi di circa il 5-7 per cento".

Un freno alla ripresa
Non si è fatta attendere la reazione di Settemari. "Dopo aver sofferto la crisi più pesante di tutti i tempi, il turismo in Egitto si sta poco a poco riprendendo grazie agli impegni di tutti - ha rivendicato il suo fondatore, Mario Roci, che ha  poi proseguito: "Non trovo logico in questo momento così delicato infliggere una batosta così pesante".

La scelta del governo egiziano non ha mancato di suscitare perplessità anche in casa Veratour. "Non è con felicità che apprendiamo di questo paventato aumento sul visto turistico" ha commentato il direttore commerciale Massimo Broccoli sostenendo che "potrà rivelarsi un errore. Raddoppiare una tassa su una destinazione che sta ora mostrando i primi segnali di ripresa - ha rimarcato - non farà altro che portare ad un nuovo stop o a un rallentamento del processo di risalita".

Gli effetti sui costi dei pacchetti
Ha invece valutato le conseguenze sulla distribuzione organizzata Eden Travel Group. "Gli agenti di viaggi - ha sottolineato il direttore commerciale Angelo Cartelli - farebbero fatica a comprendere il senso di questa azione, così slegata dalle campagne promozionali che il Paese intraprende. Tale aumento infatti causerebbe un aumento del pacchetto medio che, di certo, non aiuterebbe le vendite verso il Paese".

"Senza un cambio di rotta che possa eliminare questa decisione - ha concluso Cartelli - tutti gli sforzi degli operatori andrebbero persi".

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