Il futuro di Hotelplan

Hotelplan, un marchio 'pesante' che dovrà trovare la giusta collocazione.
Il via libera dell’Antitrust e il closing dell’operazione che ha portato i marchi del gruppo Eden all’interno della galassia Alpitour hanno messo in moto una partita complessa, iniziata con l’analisi delle singole aree di influenza.

Hotelplan potrebbe però giocarsi le sue carte già nella prossima stagione invernale con una programmazione a lungo raggio capace di ridare forza al vecchio marchio.

Come già scritto in altre occasioni non sarà semplice mantenere attivi tutti i brand che affollano ora la società turistica guidata da Gabriele Burgio. Ma un occhio di riguardo si dovrà dedicarlo a Hotelplan. Da sempre simbolo di un certo modo di viaggiare, nelle ultime stagioni ha faticato a riprendere quota pur mantenendo appeal anche sul mercato della distribuzione.

Poco tempo fa, prima della cessione del pacchetto azionario nelle mani di Burgio, il presidente di Eden Nardo Filippetti aveva dichiarato a TTG: “Hotelplan la ricomprerei. Ho lavorato a fianco degli addetti al booking e ho capito la forza del brand. Bisogna puntare sulla fascia alta di mercato”.

Ora sarà importante capire come Alpitour vorrà sistemare 'in campo' anche questa pedina importante. Nella fascia alta la società di via Lugaro è già presente con alcuni marchi da molti anni e per Hotelplan sarà necessario ritagliare o individuare spazi di azione ben definiti.

A fine luglio, durante una conferenza stampa svoltasi a Torino, il direttore tour operating di Alpi Pier Ezhaya aveva rimarcato: "Eden e i suo marchi avranno la giusta autonomia. Sono stati bravi nel corso delle stagioni e mi pare giusto proseguire il percorso. Penso sia impossibile mettere insieme 12 marchi e bisogna immaginare un po' di sana competizione”.

Competizione che potrebbe riguardare anche qualche manager del gruppo. Ormai sarà infatti una rincorsa a ritagliarsi spazi e fette di mercato. E in questo campo Hotelplan, con il suo brand di vecchia data, potrebbe partire in leggero vantaggio. Solo leggero però, perché l’unione dei due principali gruppi italiani porterà inevitabilmente a qualche uscita di scena.

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