Vicenda Thomas Cook:t.o. e adv non sono finiti

“Rimbocchiamoci le maniche: c’e’ bisogno di noi”.
Il giorno dopo il collasso di Thomas Cook prendiamo in prestito un tweet di Michele Serra per aprire questo commento a supporto del mercato. E soprattutto dei tour operator.

Sfogliando i quotidiani e il variegato panorama social sembra che il mondo del tour operating e delle agenzie di viaggi sia finito nella morsa implacabile delle piattaforme web.

Ma non è la prima volta che sentiamo dire “sono finiti, scomparsi”. In realtà vi sono aziende che nelle ultime stagioni si sono rafforzate e stanno mettendo a punto piani di espansione.
Chiaro che non parliamo di fatturati paragonabili ai colossi delle vendite online, ma neppure sull’orlo del baratro.

Forse l’ennesima batosta proveniente dalla Gran Bretagna potrebbe aprire gli occhi a società e manager che in alcuni casi si limitano al compitino e delegano immagine e comunicazione a note stampa infarcite di splendido e splendente.

Le banche leggono e seguono con attenzione il nostro settore e lamentano da sempre mancanza di visione industriale. Per questo di fronte al crack Thomas Cook chiedono subito garanzie e non molleranno la presa tanto facilmente.

Adesso è il momento di fare vedere che nei cassetti ci sono progetti di ampio respiro capaci di produrre redditivita. Serve uno slancio da parte di tutti e lo sforzo di mettersi in gioco in modo trasparente.

Il tour operator e l’agenzia non sono per nulla spacciati, ma devono proiettarsi nel futuro.

twitter @removangelista

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