Pax che arrivano da oltreconfine

L'Italia delle crociere potrebbe cedere il passo ad altri mercati.

Uno scenario che nessuno si augura, né network né player del mare, ma che i protagonisti della tavola rotonda di TTG Italia svoltasi ieri a Milano iniziano a bisbigliare. "Se il mercato della Penisola dovesse smettere di essere redditizio in termini di traffico e di marginalità - è l'ipotesi tracciata da Leonardo Massa di Msc -, non è detto che l'attenzione si possa spostare altrove".

I passeggeri per le navi ancorate in Italia potrebbero, infatti, arrivare dai Paesi emergenti. Perché non è una questione di impegni e di navi posizionate nei nostri porti, "che hanno un appeal troppo forte per i clienti - puntualizza Enzo Carella, a.d. di Uvet Itn -, grazie anche al valore del territorio italiano dal punto di vista turistico". È più un fattore di "strategie di vendita incisive su altri bacini dove il Pil individuale è in decollo" specifica Giuseppe D'Agostino di Rccl.

Del resto, "i veri ricchi sono altrove - considera Manuel Schiavuta, direttore vendite Italia di Costa Crociere -, lo sappiamo benissimo". "L’Italia era una eccellenza in termini di redditività, così come lo era stata la Spagna sino a qualche stagione fa - è il parallelo di Massa -: i mercati emergenti ora stanno però erodendo spazi".

Ma l'outlook per il prossimo periodo non sembra destare un allarme imminente: "La penetrazione in Italia del prodotto crocieristico è ancora bassa –- smorza i toni D'Agostino -. Sta alla filiera produttiva e distributiva ritagliarsi uno spazio preciso".

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