Valtur, un anno dopo

Un anno dopo. Cavalcando una delle estati più difficili nella storia del turismo. Partendo da quello sguardo di Gabriele Rispoli (nella foto), sempre un anno fa.

TTG Incontri, la rotonda all’ingresso e decine di persone quasi immobili. Con la paura addosso che fosse tutto finito.

Poi settimane e mesi di battaglia, a volte di sopravvivenza. Dopo quella nota fredda che in pochi righe riassumeva lo stato di crisi: "La garanzia di continuità aziendale, consentita dal ricorso alla Legge Marzano, e la pronta nomina dei tre commissari hanno permesso all’azienda di proseguire regolarmente nell’operatività quotidiana. Ad oggi nessun volo è stato cancellato, l’azienda continua a ricevere prenotazioni e tutti gli impegni con i clienti vengono onorati".

Il silenzio in attesa di risposte del mercato, con gli animatori dei villaggi ad attendere l'arrivo dei turisti perché le prime sensazioni non lasciavano presagire nulla di buono.

Alla fine la stampella dei commissari ha tenuto duro e ora si ripresentano a TTG Incontri 2012 per dire che il marchio tiene e bisogna andare avanti. In fondo non è stato un periodo di coma farmacologico, visto che le agenzie di viaggi hanno continuato a vendere i villaggi Valtur. Numeri distanti dagli anni d'oro, numeri molto vicini a qualche operatore che sta sbandierando dati poco credibili.

Questo in attesa che arrivi il via libera per la fase due della procedura di vendita. Quella che dovrebbe presentare vincoli meno rigidi e liberare così pensieri e risorse di aziende e imprenditori che credono nel brand Valtur. In fondo i dipendenti non hanno mai mollato e il mercato non ha mai voltato le spalle. Non si può mettere nei bandi di vendita, ma vale ancora molto.

Twitter @removangelista

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