La rivoluzione di Gabriele Burgio

Una rivoluzione che ha fatto registrare, mese dopo mese, diversi colpi di scena. L'Alpitour dei fondi, guidata dall'a.d. e presidente Gabriele Burgio (nella foto), ha mostrato di voler cambiare rotta tagliando anche alcuni ponti con il passato.

Lo dimostrani le uscite di scena di quei volti che erano stati anima e corpo di Alpitour. Dopo il duo di testa, Winteler e Prete, lo storico direttore vendite, Massimo Broccoli ha salutato Torino per andare a Roma, dalla famiglia Pompili, in Veratour. Ancora le polemiche intestine, con la chiusura della sede di Cuneo e il trasferimento di quella torinese dal Lingotto a via Lugaro.

Alle attenzioni del richieste dal mercato però sono arrivate poche risposte dall'headquarter. C'è stato invece il corteggiamento internazionale, del gruppo spagnolo Orizonia e un ultimo, clamoroso, coup de théâtre, arrivato appena una settimana fa: l'uscita di scena del manager che più rappresentava l'azienda, Sergio Testi e il passaggio di testimone agli ultimi due superstiti della vecchia guardia, Pier Ezhaya e Carlo Stradiotti.

Il passato in Nh Hoteles ha lasciato inoltre nel presidente una grande nostalgia di hôtellerie che l'ha portato sin nelle prime dichiarazioni a voler fare investire il Gruppo maggiormente su albergatoria, per l'appunto e sull'incoming. Affermazioni che avevano lasciato sbigottito il comparto del tour operating, che attendeva invece un forte segnale dal leader. Poi mesi di silenzio e di uscite sporadiche, sino alle porte di un lungo inverno e il primo vero incontro con la filiera, a TTG Incontri, dove la parola 'semplificazione' si è imposta nel discorso del top manager.

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