Stop a Seven WorldsLo sfogo di Olivero

Mauro Olivero (nella foto), ex titolare di Seven Worlds, esce allo scoperto. Dopo le vicende degli ultimi giorni, che hanno portato alla cessazione delle attività da parte del tour operator, il manager affida il suo sfogo a una lettera inviata alla redazione di TTG Italia.

Nelle scorse settimane, questo sito web aveva fornito gli aggiornamenti sull'andamento di Seven Worlds, in costante contatto con l'azienda e il suo ufficio stampa, restando sempre fedele a quei principi di correttezza, cautela e verifica delle fonti che sono alla base di una corretta informazione.

Ora la parola spetta allo stesso Olivero.

La lettera
"Il mio nome, e quello della mia (ormai ex) Azienda hanno circolato molto sulle vostre pagine nei giorni scorsi - scrive Olivero -. Non credo che sia questa la sede per fare la storia della mia carriera lavorativa nel turismo, ne’, sia chiaro, scrivo per fare pura polemica". E prosegue: "Non posso e non voglio negare che parte della sostanza corrisponda alla realtà (il fallimento), ma la forma un po’ sensazionalistica, e soprattutto il citare la mia situazione sempre nelle primissime notizie, mi danneggia profondamente. Ci tengo a precisare che non ci sono clienti abbandonati in giro per il mondo, e che, nei limiti di una situazione come quella già dichiarata, ho cercato di limitare al minimo le conseguenze per i clienti".

Riguardo l'andamento della sua azienda, l'ex titolare precisa: "Il momento non è facile per il nostro settore, ma non voglio dichiararmene ostaggio. Negli ultimi anni ho senz’altro sbagliato delle valutazioni, ma tutto ciò che ho fatto è sempre stato nel rispetto di clienti, fornitori e collaboratori. E della grande e profonda passione che mi ha sempre spinto a fare questo lavoro".

I progetti
La lettera prosegue parlando anche degli impegni futuri dello stesso Olivero: "Non ho intenzione di nascondermi, e non ne vedo il motivo. Sono a disposizione per un confronto serio con i mezzi di informazione di settore, nei quali vi ho sempre considerato tra i più rappresentativi. Ho tutte le intenzioni di continuare a svolgere un lavoro nel Turismo, che da quasi 30 anni rappresenta la mia vita e buona parte dei miei interessi. Se qualcuno – come me – non ce l’ha fatta a continuare un progetto, forse può valere la pena di dare un (piccolo e non presuntuoso) contributo perché questo non si ripeta con troppa facilità".

Olivero precisa ancora: "La mia sensazione è che, aldilà di innegabili amicizie e 'vicinanze', gli operatori turistici italiani siano molto chiusi e abbiano poco spirito di corpo. Non voglio buttare fango sulla categoria, per il fatto di trovarmi nella attuale situazione, e mi considero a tutti gli effetti in linea con quanto sopra dichiarato.  Cioè anch’io limitato. Ma le enormi divisioni (per esempio fra grossisti e dettaglianti), la concorrenza spietata a tutti i livelli, e la facilità a scivolare nel dumping o in prodotti non del tutto coerenti alle promesse, mi sembrano una dimostrazione chiara di quanto dico. Basta pensare agli incredibili investimenti nel settore informatico, che tutti noi (chi più chi meno) abbiamo fatto in questi anni, con risultati che dietro le quinte non sono mai soddisfacenti".

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