Scontro sull'Opa Fosun-Axa, i ritardi penalizzano il Med

Settimana calda per il Club Med, che attende l'esito finale dell'Opa Fosun-Axa.

La battaglia scatenata dagli azionisti di minoranza del gruppo turistico all'indomani dell'offerta pubblica di acquisto lanciata dalla conglomerata cinese in tandem con la private equity francese (che ora si chiama Ardian) e con l'avallo dei vertici del Med sta arrivando a una conclusione.

L'Opa, lanciata il 17 luglio 2013, scadrà il 23 maggio prossimo anziché il 30 agosto, dopo che la Corte d'Appello di Parigi ha respinto i ricorsi dell'Associazione per la difesa degli azionisti di minoranza (Adam) e della Charity Investment Asset Management (Ciam) che ritenevano troppo bassa l'offerta di 17,50 euro ad azione. Cifra che era stata quasi subito ritoccata di 50 centesimi.

Gli esiti dell'Opa franco-cinese, sostenuta sin dall'inizio dal ceo di Club Med, Henri Giscard d'Estaing, saranno resi noti il 3 giugno, ma, allo stato attuale, sembrano essere poche le adesioni da parte dei soci. Il protrarsi dell'offerta e la flessione del titolo in Borsa avrebbero, infatti, perdere appeal al Med.

Nel frattempo è giunta dall'Italia la richiesta della BI-Invest dell'imprenditore Andrea Bonomi per innalzare sensibilmente la quota nel capitale del gruppo, a cui fa invece da contraltare il disinteresse della famiglia Benetton a fare altrettanto.

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