I segreti delle ancillaryUn tesoro da 38 miliardi

Un tesoro miliardario che tutti vogliono spartirsi. E che inevitabilmente aiuta a tenere i conti in ordine. Soprattutto in una fase di mercato che ha fatto dell’instabilità un suo segno distintivo, riuscire a diversificare il business dalla sola vendita dei biglietti aerei può davvero fare la differenza. E segnare il passo tra chi vince e chi perde.

Il tesoro di cui stiamo parlando sono le ancillary revenues, che nel 2014 sono arrivate a valere per le compagnie aeree ben 38,1 miliardi di dollari. Una scalata inarrestabile che ha visto questo dato lievitare anno dopo anno, a partire dal 2007 quando il valore del segmento era di 2,45 miliardi di dollari. Un segno dell’evoluzione del comparto? Sicuramente, ma anche un’evidente conferma di come il business debba adeguarsi alle esigenze del mercato.

Secondo l’analisi annuale realizzata da IdeaWorks insieme a Car Trawler, nel 2014 il valore delle ancillary per singolo passeggero ha visto un balzo dell’8,5 per cento sui dati 2013, arrivando a pesare 17,49 dollari. E nel solo ambito dei vettori low cost, le attività complementari hanno raggiunto i 2,9 miliardi di dollari, ovvero il +32,8 per cento sul 2013.

La top ten delle compagnie che considerano le ancillary revenues tra i componenti di maggior peso nei bilanci evidenzia la predominanza dei vettori americani: primo, infatti United con 5,86 miliardi di dollari di ancillary; secondo, American-Us Airways (4,65 miliardi di dollari); terzo, Delta Air Lines (3,21 miliardi di dollari).

In quarta e quinta posizione, poi, Air France-Klm e Ryanair, con un valore rispettivamente di 2,04 e 1,9 miliardi di dollari.

Ma quali sono le ancillary che i vettori vendono ai propri passeggeri e che così tanto possono incidere sui bilanci di fine esercizio? Si va dai programmi di fidelizzazione, alle richieste à la carte (dai bagagli extra allo spazio in più a bordo), principale voce per le major Usa ma anche per quelle europee come Lufthansa e Air France-Klm. Ma a queste si affiancano anche i vari programmi di branding, realizzati i collaborazione con le carte di credito.

Guardando solo al settore low cost, la top ten delle aerolinee vede Spirit, Wizz Air e Allegiant sui primi tre gardini, seguite da Jet2.com e Ryanair (rispettivamente con uno share dedicato alle ancillary del 28,5 e del 24,6 per cento).

E proprio le low cost hanno fatto dei servizi complementari il terreno per avvicinarsi alle major, lanciando programmi fidelity e formule dedicate al target business, quello che spende di più.

Insomma, è un tesoro da coltivare per tutti i player del settore, dalle stesse compagnie ai global distribution system, e di conseguenza per le agenzie di viaggi. Perché le commissioni passano anche da questi servizi. E allora, meglio imparare a conoscerli, per poterli vendere al meglio.

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