Car sharing in Italia, l'identikit del cliente secondo Aniasa

È maschio, ha 38 anni, è pendolare e utilizza il servizio per raggiungere il lavoro. È questo l’identikit dell’utente tipo del servizio di car sharing, così come emerge dai dati della ricerca condotta da Aniasa e Bain & Company. Ricerca che fotografa una realtà in costante espansione partendo da un dato: il totale dei noleggi del 2016, salito a 6.270.000 con un incremento del 33% rispetto all’anno precedente.

Vertiginoso anche l’aumento delle tessere d’iscrizione, salite del 70% a quota 1.080.000, mentre la flotta di veicoli è giunta a 6mila, cifra che rappresenta una progressione del 33% sull’anno precedente. Grazie all’auto condivisa, quasi 2 utenti su 10 hanno già rinunciato all’auto di proprietà, che presenta costi di gestione più onerosi rispetto al car sharing per percorrenze annue medio-basse. 

Oltre metà degli utilizzatori viaggia in compagnia di una o più persone, abbattendo ulteriormente i costi sostenuti e ogni auto condivisa toglie dalla strada fino a 9 vetture in proprietà. 

Le criticità da risolvere
Nonostante lo sviluppo costante le criticità non mancano, soprattutto dal punto di vista normativo. “Innanzitutto - evidenzia il presidente di Aniasa, Andrea Cardinali - manca una definizione normativa di vehicle sharing, così come una cornice legislativa unica per gli operatori pubblici e privati, i quali oggi si confrontano con regolamentazioni del servizio disomogenee fra una città e l'altra”.

È inoltre necessario un potenziamento delle infrastrutture prevedendo, tra l’altro, “parcheggi dedicati e di scambio intermodale presso stazioni ferroviarie e della metropolitana, centri commerciali, poli universitari e ospedalieri: vere e proprie ‘isole della mobilità’ dove l’utente possa cambiare mezzo di trasporto in modo agevole, e soprattutto garantito". 

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