Il trucco segreto per far arrivare i voli in orario

Mai come in questi anni, si vedono le compagnie aeree annunciare orgogliosamente i loro record di puntualità. D’altro canto, i miglioramenti tecnologici e le procedure d’imbarco più rapide, accanto ai miglioramenti aeroportuali, giustificano un sempre superiore arrivo on time dei voli.

Ma non è del tutto così. Lo racconta Repubblica.it, che ha presentato un’analisi realizzata da Oag per il Telegraph Travel, nella quale si documenta come, negli ultimi 20 anni, la durata dei voli invece che diminuire sia, in realtà, aumentata. Secondo l’analisi, ad esempio, il volo da Heathrow a New York Jfk , che nel 1997 impiegava 7 ore e 30 minuti, oggi ha bisogno di 8 ore e 30 minuti.

Una sorpresa che si chiama ‘schedule padding’, una pratica utilizzata da vettori per ‘gonfiare’ la durata dei voli, ossia aggiungere tempo extra alla durata effettiva della rotta. In questa maniera, anche se le fasi di imbarco e di attesa del decollo, soprattutto sugli aeroporti e sulle rotte più trafficate, richiedono più tempo del necessario, in arrivo l’aereo riuscirà a mantenere un buon margine di puntualità.

Con buona pace della leggenda per cui, anche se un volo parte in ritardo, poi ‘recupera in volo’.

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