easyJet: porte aperte ad Alitalia, porte chiuse al lungo raggio

Cambiare modello e demolire il nostro non sarebbe saggio. Abbiamo un marchio riconosciuto e con un buon rapporto qualità-prezzo”. Non ha dubbi il ceo di easyJet, Johan Lundgren (nella foto), su quale deve essere la strada da percorrere da parte della compagnia.

E quindi porte chiuse a ogni tentazione di un modello di lungo raggio low cost, “un modello economico diverso dal nostro – spiega nell’intervista rilasciata a Le Figaro -. Sul corto e medio raggio ciò che conta è sapere usare bene gli apparecchi, quantificare i collegamenti effettuati ogni giorno e sapere quanto tempo impiegano per abbassare i costi unitari”. Uno schema, aggiunge, che non si può applicare al long haul perché “il vantaggio non è lo stesso ed è meno interessante”.

Il punto su Alitalia
Archiviata la pratica lungo raggio, il manager lascia invece una porta aperta, ed è quella relativa al dossier Alitalia. Partendo da un presupposto, ovvero che con l’aumento del prezzo del carburante le pressioni si faranno sentire su una compagnia definita “fragile”.

E racconta: “Noi abbiamo manifestato il nostro interesse per i collegamenti a corto raggio. Vorremmo riuscire a fare in Italia quello che abbiamo già fatto in Germania con airberlin e dove la nostra offerta è stata la preferita dai sindacati. Noi rispettiamo le regole e le convenzioni sociali del Paese in cui siamo presenti”.

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