Svizzera, il paradosso degli aeroporti di alto livello

Una miniera d’oro che rischia il collasso per l’eccessiva domanda. È la rete aeroportuale svizzera, sulla quale si prevede che tra il 2018 e il 2030 il numero di passeggeri aumenti del 3% annuo, per un +42% in 12 anni, arrivando a toccare un volume totale di 78 milioni di viaggiatori.

Sono i dati riportati dalla Tribune de Genève e ripresi dal supplemento Fuoricampo di Repubblica, di uno studio realizzato da Boston Consulting Group e la Camera di commercio svizzero-americana sullo stato degli aeroporti elvetici. Che, nonostante la loro performance e il loro elevato livello qualitativo, rischiano di soccombere sotto il peso di una domanda che non accenna a frenare, grazie al fatto che gli svizzeri sono un popolo che viaggia in media tre volte più spesso di tedeschi o francesi e al fatto che in Svizzera si trova uno scalo, quello di Zurigo, tra i più performanti d’Europa per i transiti.

Proprio a Zurigo solo nel mese di luglio 2018è transitata la cifra record di oltre 3 milioni di passeggeri e nel 2017 è più che raddoppiato il numero di giorni con oltre 100mila pax registrati. Nel suo complesso, riporta ancora il quotidiano, il valore dell’industria dell’aviation elvetica vale il 2,5% del Pil del Paese, ma a fronte di una stagione estiva come quella del 2018 che ha fatto emergere da una lato performance record in termini di flussi ma anche un primato in termini di voli in ritardo, l’evenetualità che il sistema necessiti di una revisione sembra farsi quanto più impellente.

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