Sos della Iata: Usa impreparati ad affrontare l'exploit dei viaggi aerei

L’appello arriva dalla Iata: il governo e l’industria degli Stati Uniti dovranno cooperare per garantire che l’aviazione sia in grado di far fronte al previsto aumento del 62% nella domanda di viaggi aerei da e per il Paese previsto nei prossimi vent’anni. I problemi, infatti, non mancano sia sul fronte delle infrastutture, sia su quello della libera concorrenza.

Parlando all’International Avitaion Club di Washington, D. C., Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo di Iata, ha evidenziato che l’aviazione supporta già 6,5 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti e contribuisce per oltre 778 miliardi di dollari al Pil, compreso il turismo sostenuto dall’aviazione stessa.

"La competizione aiuta a ridurre le tariffe"
Come riporta eturbonews.com i benefici sociali ed economici offerti dal comparto sono destinati ad aumentare con l’incremento dei viaggi dei passeggeri, che dai 780 milioni del 2017 arriveranno, nel 2037, a 1,26 miliardi.

Per ottenere tali benefici occorre però, secondo de Juniac, un quadro politico che supporti la competitività. “La competizione - osserva de Juniac - scatena l’innovazione e aiuta a ridurre le tariffe Nel 1978 il governo degli Atati Uniti ha riconosciuto questo fatto e ha deregolato l’industria aerea, portando a tariffe più basse e a un maggior accesso della popolazione ai viaggi aerei”.

"Nessun aeroporto nuovo"
Occorre inoltre mettere mano alle infrastrutture: “È vero - ammette de Juniac - che gli Stati Uniti si trovano in una posizione migliore rispetto alla maggior parte dei mercati, ma in quasi 25 anni nessun nuovo aeroporto è stato aperto nel Paese. Una grave lacuna, se pensiamo che entro il 2037 saranno circa 500 milioni i nuovi passeggeri che entreranno nel mercato statunitense.

Una struttura non profit
Infine la questione shutdown: per evitare i problemi che si sono creati recentemente, con il duro contraccolpo per le compagnie aeree, costrette a rinunciare a una grande mole di voli, de Juniac sottolinea la necessità urgente di rimuovere il sistema di controllo del traffico aereo negli Usa dal budget federale “collocandolo in una struttura non profit, che sarebbe immune da questo tipo di situazioni”.

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