Questione Livingston I dubbi dei dipendenti

A pochi giorni dall'incontro con il commissario straordinario Daniele Discepolo, il malumore resta vivo fra i dipendenti Livingston. Nonostante le rassicurazioni circa il futuro della compagnia e la fiducia in una ripresa delle operazioni di volo per la metà di marzo, lo scetticismo circa un esito positivo della vicenda resta il sentimento più vivo. La bufera maggiore si concentra, però, sull'ipotesi del piano B, soluzione alternativa per fare ripartire l'azienda con una garanzia di Stato di 10 milioni di euro nel caso in cui entrambe le offerte fossero ritirate.


I risvolti del piano B

A mettere sul piede di guerra i dipendenti la notizia che ai vertici della nuova azienda ci sarebbe lo stesso management costretto adichiarare fallimento solo qualche mese fa. "Siamo sfiduciati escettici - commenta a nome di molti Cristina Martinoli, capocabina, in azienda da 15 anni - di sapere che sarà proprio lo stesso gruppo dirigenziale a guidare Livingston se le altre due proposte dovessero essere ritirate. E ci chiediamo come sia possibile visto tutto quel che è accaduto". Dubbi emergono inoltre in merito all'ulteriore prolungarsi della trattativa. La parola decisiva tanto attesa non è arrivata e, da più parti, si alza il timore che la compagnia non riesca a tornare a volare in tempo utile per chiudere i contratti sulla stagione estiva.

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