Vettori:la top ten delle ancillary

Un business in rapida crescita che non tende a rallentare. Le ancillary revenues trovano terreno fertile nei tempi di crisi.

Dal 2008 a oggi i ricavi ancillari registrati dalle compagnie aeree sono passati da 10,95 miliardi a 18,23 miliardi di euro del 2011. Un modello aziendale in reale espansione, che comincia negli anni Ottanta nel mondo del trasporto aereo e che ora si estende anche ad altri settori, ma che trova negli Stati Uniti il mercato di riferimento.

Sono infatti le compagnie aeree a stelle e strisce a occupare il podio dei vettori che hanno registrato nel 2011 i maggiori ricavi dalla vendita di servizi ancillari. United, Delta e American Airlines si guadagnano le prime tre posizioni della top ten stilata da Amadeus e Idea Works, riconfermando le performance del 2010.

Un business che vale 4,1 miliardi di euro per United, poco più di 2 miliardi per Delta e 1,7 miliardi di euro per United. Ai grandi colossi americani fa seguito il Gruppo Qantas, con 1,14 miliardi di euro di ricavi ancillari, mentre le regine europee del low cost, easyJet e Ryanair si piazzano rispettivamente al 6° e 7° posto del ranking.

E le cifre di un sondaggio realizzato da AirfareWatchdog arrivano a supporto di questa tendenza.

Secondo il survey realizzato dalla società di George Hobica, infatti il 10 per cento degli americani sarebbe disposto a pagare 10 dollari in più per scendere il prima possibile dall’aereo, con un incasso annuale di oltre 730 milioni di dollari.

Le nuove restrizioni sui bagagli da portare a bordo, entrate in vigore nel 207 negli States, hanno fatto lievitare i conti dei vettori da 464,3 milioni a 3,4 miliardi di dollari.

Ma al di là dei classici servizi ancillari, le compagnie aeree “orienteranno sempre di più il proprio business verso questa tipologia di prodotti - sottolinea Holger Taubmann, senior vp distribution di Amadeus -, innovando l’offerta a supporto del proprio brand positioning”.

Ecco allora che nel 2011 Klm ha lanciato la possibilità di ordinare con anticipo i pasti sui voli intercontinentali, per un costo compreso tra i 12 e i 15 euro per un passeggero della classe economy. Mentre Qantas consente, per poco meno di 50 dollari australiani, l’acquisto di un label bagaglio wireless con tecnologia Rfid collegato alla propria prenotazione, che permette la semplificazione delle procedure di check-in sui voli interni all’Australia.

Un nuovo fronte dei ricavi di cui anche la distribuzione potrebbe iniziare ad approfittare.

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