Il destino di Alitalia

Potrebbe essere un anno impegnativo quello che si è appena aperto per Alitalia. La compagnia aerea presieduta da Roberto Colaninno deve prepararsi al 12 gennaio prossimo, data in cui scadranno i termini di lockup per gli azionisti, che saranno così autorizzati a cedere le proprie quote.

Diversi gli scenari che potrebbero aprirsi per la compagnia aerea: un salvataggio da parte della Cassa depositi e prestiti, vale a dire un nuovo e deciso intervento statale; l’avvicinamento, se non la vera integrazione, con qualche realtà aziendale straniera più solida; oppure la ricapitalizzazione da parte dell’attuale compagine azionaria.

La terza opzione parrebbe essere piuttosto remota, data la situazione finanziaria del vettore, che continua a  dichiararsi in rincorsa del breakeven, ora rinviato al 2014. Il terzo trimestre 2012 si era sì chiuso con risultati operativi positivi per 50 milioni di euro, ma i dati dell’ultima tranche dell’anno potrebbero non essere particolarmente brillanti, complice anche la tradizionale flessione del periodo.

Nelle ultime settimane del 2012, comunque, non erano mancate le polemiche sul destino di Alitalia, a seguito anche di un servizio pubblicato da Repubblica, che tracciava un profilo sull’orlo del baratro per il vettore. I dati pubblicati poi da Milano Finanza sulle perdite giornaliere della compagnia aerea guidata da Andrea Ragnetti di certo non hanno contribuito a placare gli animi del mondo della finanza.

Come colpo di grazia, ad alimentare la suspence sul destino di Az sono infine arrivati, sempre in chiusura di 2012, i rumors che parlavano di un’ipotesi di intesa tra Alitalia e il Gruppo Fs di Mauro Moretti. Ipotesi nettamente smentita poi dalla stessa compagnia aerea attraverso una nota, ripresa anche dal portale di TTG Italia: "Ci sentiamo in dovere di smentire in modo assoluto e categorico una qualsivoglia ipotesi di accordo tra Alitalia e Ferrovie dello stato", recita il comunicato della compagnia mettendo così a tacere eventuali nuovi rumors.

Le indiscrezioni erano rimbalzate sino alle pagine del Corriere della Sera, sul quale si supponeva che un'integrazione tra Fs e l'ex compagnia di bandiera potesse salvare quest'ultima da un nuovo crack finanziario.

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