Il commento del direttore
Remo Vangelista
Una conquista silenziosa, che macina risultati e che si traduce in profitti in crescita del 50,9 per cento. easyJet archivia il 2013 con utili in netta avanzata e ricavi in aumento del 10,5 per cento sul 2012, con l’Italia tra i mercati trainanti del suo business.
Il bacino della Penisola mette a segno un +6 per cento nell’esercizio chiuso al 30 settembre, e sul Belpaese la low cost guidata da Carolyn McCall si ritaglia uno share pari al 12 per cento, come terzo vettore operante.
Un’armata di 25 aeromobili in livrea arancione, a presidio delle due attuali basi di Milano Malpensa e Roma Fiumicino, a cui dalla primavera 2014 si aggiungerà Napoli Capodichino. E nei giorni scorsi easyJet ha anche annunciato un forte investimento sul Fontanarossa di Catania.
Ma a contribuire alla scalata ai profitti della low cost, anche l’avvio della Linate-Fiumicino, una delle direttrici più frequentate d’Italia, e i collegamenti sull’asse Malpensa-Sharm el Sheikh.
Il fatto che gli indicatori di bilancio portino tutti segno positivo, dai ricavi a +10,5 per cento sul 2012, arrivando sino ai passeggeri (+4 per cento), vuol dire che la strada imboccata è quella giusta.
Senza grandi proclami, monitorando attentamente l’andamento del mercato e seguendo la rotta dei piccoli passi, easyJet ha macinato numeri e porta avanti la sua silenziosa invasione. A dispetto di chi sostiene che il segmento low cost non è in grado di garantire marginalità.