I vettori Ibar fanno quadrato: "Non pagheremo la tassa sul rumore del Lazio"

"Stanno arrivando le prime richieste di pagamento ma noi ci rifiutiamo di saldare. Ci stiamo muovendo per vie legali e amministrative".

Umberto Solimeno, presidente di Ibar, rincara la dose a proposito dell'applicazione della tassa Iresa, applicata dalla Regione Lazio alle compagnie aeree negli aeroporti di Roma sul rumore generato dagli aerei in fase di decollo e atterraggio. "Un aumento sconsiderato. In altre Regioni, come in Lombardia, si è preferito sospendere la tassa in attesa di chiarimenti da parte del Governo - aggiunge Solimeno -. In questo modo si rende veramente difficile la permanenza delle compagnie aeree in Italia: questa è solo una delle tante tasse che i vettori sono costretti a pagare. Su un biglietto medio di 600 euro per un volo oltreoceano la quota in tasse è pari quasi a 380 euro. Sono tutti costi che gravano sulle compagnie, così ci rimettono anche i viaggiatori".

Secondo l'Ibar, gli aumenti imposti a Roma raggiungono picchi anche del +1807 per cento nel caso di un Airbus A320 rispetto alla stessa tassa deliberata dalla Regione Lombardia. La scorsa settimana Ibar ha inviato una lettera all'Autorità di Regolazione dei Trasporti, dove chiede una profonda revisione della Legge Regionale 2/2013 entrata in vigore il 1 maggio 2013.

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