Il trasporto aereo vive con l’acqua alla gola e le prospettive in questo momento non sembrano essere incoraggianti. Almeno su tempi e modi della ripresa. Perché se è indiscutibile che la macchina ripartirà nel momento in cui vaccini o cure consentiranno alle popolazioni di riprendere gli spostamenti in maniera regolare, quando questo succederà non è ancora chiaro e certo. E le casse degli attori del segmento si vanno progressivamente svuotando.
Ma c’è un settore di questo mercato che è destinato più di altri a soffrire per un periodo più lungo: il business travel. Lo conferma un'analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo messa a punto dal Politecnico di Milano dedicata appunto ai viaggi d’affari rilasciata in anteprima a TTG Italia. “Se è ormai appurato che la ripresa del settore dei viaggi sarà lenta e soggetta a oscillazioni – sottolinea il direttore dell’Osservatorio Eleonora Lorenzini -, tutto autorizza a pensare che quella del business travel lo sarà ancora di più”.
L’effetto lockdown
Un fattore su tutti rischia di incidere in maniera sistematica: si tratta degli effetti della pandemia sulle modalità di lavoro, abilitate dagli strumenti digitali, con la sostituzione di alcuni tipi di trasferte con incontri virtuali. “Tuttavia – prosegue Lorenzini -, diverse ricerche inducono a pensare che molti viaggiatori business non rinunceranno a tornare a viaggiare non appena le condizioni lo consentiranno”.
I segnali di incoraggiamento
A fornire il principale incoraggiamento è proprio il primo Paese dove la pandemia ha colpito in maniera importante, ovvero la Cina: secondo un’indagine condotta a maggio e ripetuta ad agosto, la percentuale di viaggi d’affari domestici è cresciuta dal 2% a maggio al 25% ad agosto. Non solo. Sul fronte delle intenzioni lo studio di McKinsey e Joint airline su un campione di oltre 1800 rispondenti americani (business e leisure) condotta nella primavera del 2020, proprio durante il boom della pandemia, il 52% dei business traveller desiderava tornare a viaggiare come o più di prima. Ma questo solamente quando le percentuali di rischio si saranno notevolmente ridotte.