Si aggiunge un nuovo tassello al ‘caro prezzi’ che sta iniziando a caratterizzare il turismo in Italia. Il Governo ha infatti deciso un aumento dei canoni demaniali per le concessioni del 25,15%, e le associazioni di categoria, da Federalberghi a Faita Federcamping ad Assonat insorgono.
“Tale aumento – dicono le associazioni -, notevolmente superiore al tasso di inflazione dei prezzi al dettaglio, impatterà profondamente nelle gestioni economico finanziarie delle imprese, già colpite e destabilizzate da aumenti dei costi di gestione smisurati ed imprevedibili, quali quelli energetici e delle forniture di beni e servizi”.
Vanno decisamente al punto i rappresentati delle imprese. “Un’impresa turistica - scrivono - basa il suo equilibrio economico, finanziario e occupazionale su attente pianificazioni e programmazioni gestionali, spesso di carattere pluriennale. Impatti economici improvvisi e destrutturanti ne minano la funzionalità e l’operatività, con conseguenti pesanti tagli nell’erogazione dei servizi e nell’impiego occupazionale, degrado della qualità dell’offerta e/o aumento delle tariffe”.
Il che va a discapito dei flussi turistici, che, segnalano le associazioni, “potrebbero dirigersi verso destinazioni più competitive”.
Da qui la richiesta dell’apertura di un tavolo di ascolto e confronto “per una interlocuzione chiara e definitiva sull’applicazione della direttiva Bolkestein, che consenta di affrontare le prossime stagioni turistiche pianificando correttamente gli investimenti e senza ulteriori incertezze”.