Il sistema del fare sistema

L’anelata soluzione al ‘fare sistema’ cui il gotha del turismo punta invano da almeno tre decenni, potrebbe non giungere dalle rifulgenti cabine di regia istituzionali, ma da assai più umili locali di manovra: località e città cosiddette minori che non possono più permettersi di languire nell’attesa di improbabili ricette calate dall’alto.  

Facendo di necessità virtù, i piccoli territori stanno attivando la più antica delle strategie: una chiamata alle armi collettiva per la comune salvezza. E mentre nei consessi dei dotti si continua a sciorinare l’usurata e pittoresca tiritera secondo la quale “il benzinaio è il primo operatore dell’accoglienza al turista”, nei retrobottega della manovalanza si prova a materializzare il concetto.  

Meno di un mese fa, nella sarda e semisconosciuta Nughedu Santa Vittoria, è arrivata la prima comitiva di tedeschi sull’onda del progetto di accoglienza diffusa Nughedu Welcome. Con gli abitanti, gli ospiti stranieri hanno condiviso tutto: la casa, il cibo, le abitudini, le tradizioni, i luoghi di lavoro o di frequentazione. “Saranno ospiti a pranzo di una famiglia del posto, visiteranno il paese e il territorio, potranno esplorare le zone rurali accompagnati dai pastori lungo gli antichi sentieri campestri e assimilare storia e leggende, con visite guidate ai siti archeologici”, hanno spiegato gli organizzatori nell’intervista resa a “La Nuova Sardegna”.  

E adesso Pavia, pronta ad inaugurare una lunga stagione di commemorazioni ed eventi dedicati all’epoca longobarda, segnala che trenta commercianti verranno scelti sulla base di un apposito bando, per essere trasformati con le loro botteghe in punti di informazione turistica al pubblico. “Verranno formati sulla storia della città - spiegano - e saranno dotati di materiali da distribuire a chi chiederà indicazioni”. I loro negozi saranno individuabili grazie alla vetrofania “Pavia Longobarda, entra e chiedi a noi”.

Le suddette sperimentazioni non sono ovviamente le uniche in materia, ma solo alcune tra le più recenti. Piccole iniziative di grande visione, che mettono al centro tutti gli abitanti - e non più solo gli operatori turistici - del territorio, affinché risulti universalmente chiara e tangibile l’importanza che il settore riveste per la nostra economia.
Progetti che si basano, appunto, sul “fare sistema”. E che potrebbero forse essere replicati con più ampio successo su scala regionale e nazionale. In maniera strutturata. Trasformando le auliche sale dei bottoni in pragmatiche officine dell’imprenditorialità, in cui i dotti si adoperino - a loro volta e finalmente - a fare sistema con le manovalanze.
@paolaviron

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