La formazione in agenzia: problema, non opportunità

Lo ha appena ribadito Matteo Renzi: “La riforma della scuola è una priorità!”. Scuola vuol dire formazione, formazione implica imparare un mestiere. Anche quello dell’agente di viaggi lo è. Quindi, mi chiedo: la formazione è una priorità anche per l’agente di viaggi? I primi a non essere d’accordo sembrano essere proprio i colleghi.

Primo esempio. Franco Cordero è un professionista esperto, originale nell’esposizione, formatore da tanti anni. Proprio sul TTG rivela “cinque segreti per aiutare il dettagliante scaltro a chiudere una trattativa”. Sono consigli di buon senso, nulla di trascendentale, ma facilmente applicabili in agenzia. Non tutti gradiscono, a leggere i commenti: “Lo chiuderei una settimana dentro un'agenzia...e poi ce la racconta!!!!” posta con 4 punti esclamativi “Mal d’Africa”. “Ogni tanto viene fuori qualche genio” chiosa “Elio Lac”. Vabbè, siamo on line, si sa che i toni sono accesi...

Secondo esempio. Mi sto occupando della progettazione di un corso di formazione per conto dell’Ente Bilaterale Regione Lombardia e della Fiavet: è gratuito, perché già pagato con le trattenute (di legge) in busta paga; vorrebbe insegnare qualcosa di nuovo, quindi l’abbiamo nominato “Corso per Consulente Vendite Viaggi Multicanale”, perché il banconista tradizionale non esiste più, e bisogna saper vendere dappertutto. I commenti ricevuti, su un popolarissimo gruppo su Facebook, non sono positivi. “Mi pare che questo non sia il programma di un Corso di Formazione ma una caxxxta pazzesca!” proclama “Marco Palma”, che rafforza il concetto con un “solo FIAVET poteva appoggiare un simile corso”. “Come al solito... Chi sa fa e chi non sa insegna” puntualizza “Fabio Gallo”. Nessun apprezzamento, e ci sta, ma neanche un suggerimento per migliorare una proposta che, comunque, male non fa.

Le mie personali conclusioni: primo, la gran parte (non tutti, solo la maggioranza) degli agenti di viaggi ritiene di non aver bisogno di formazione, perché la sa più lunga di tutti (gli altri). Secondo, vulgata vuole che coloro che organizzano corsi di formazione siano mossi da interesse personale, e dovrebbero occuparsi d’altro. Terzo, i suddetti corsi andrebbero auto-gestiti, come si faceva a scuola ai tempi delle occupazioni: a salire in cattedra dovrebbero essere gli studenti, non gli insegnanti.

A proposito: “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva”. Robin Williams nel film “L'attimo fuggente”. Dovremmo ricordarcene, ogni tanto.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana