Agenzie di viaggi inglesi: tutta un'altra musica

La crisi che ha colpito le agenzie inglesi è diversa da quella italiana: da noi si comprano meno viaggi, punto. Qui a Londra si comprano ancora, ma in modo diverso.

La colpa è di internet, ovvio. I giovani sono spariti dal mercato off line, voli e pernottamenti alberghieri sono patrimonio della rete, ora e per sempre.

Molte agenzie hanno chiuso. In un mercato evoluto come quello britannico l'integrazione tra t.o. e reti è reale, sono poche teste a decidere se - un giorno per l'altro - 100 agenzie abbassano la saracinesca e altre 100 cambiano insegna.

Le agenzie superstiti sono state costrette a fare una scelta e si sono convertite al top di gamma. Niente guerra degli sconti, tanto il web non ha rivali. Niente "serviamo tutti, qualcosa venderemo", visto che non ci sono più i margini.

In agenzia entrano clienti che cercano consulenza, conforto e professionalità, e sono disposti a pagare per averle.

Ecco perché dalle vetrine di Oxford Street sono sparite le offerte appiccicate con lo scotch, e sono apparsi i modelli della Queen Elizabeth 2nd e i viaggi da 3.000 sterline in su.

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