Quelli che NON mi piacciono, tra gli agenti di viaggi

Gli agenti di viaggi sono brave persone, appassionati del proprio lavoro e spesso disposti a lavorare più per la gloria che per i soldi. Ma alcuni di loro (alcuni, eh) non mi piacciono proprio. Ecco quali.

Quelli che piangono sempre. Sempre di cattivo umore, sempre incattiviti col mondo, sempre "Eh, peggio di così non potrebbe andare". L'ultima pratica buona l'han chiusa nel '97, era un viaggio di nozze da 2 milioni e mezzo, hanno incorniciato l'assegno e lo guardano sempre con i lucciconi.

Quelli che "una volta non era così". É la variabile pessimista di quelli sopra. Oltre ad avercela con tutti, rimpiangono l'età dell'eldorado, quando le licenze di agenzia si compravano a peso d'oro e Alitalia pagava il 9% di commissione. Coi guadagni di allora si sono comprati casa, con quelli di oggi manco la cuccia per il cane.

Quelli che "il cliente ha sempre ragione". Quindi chiamano l'operatore per chiedere se c'è il pullman tra Tenerife e Gran Canaria ("l'ho letto su internet, ne sono sicuro!") e quando il cliente chiede la gratuità per il ragazzo di 23 anni, chiedono al crocerista se può fare un'eccezione...

Quelli che "a me Internet dá fastidio". Quindi telefonano al cliente per chiedergli se ha ricevuto l'email (dalla segretaria) e vanno dall'operatore per sollecitare un intervento commerciale da € 50 ("ero di strada, e poi vuoi mettere vedersi di persona!"). Digitano con un dito solo, per loro Whatsapp è un quiz alla TV e su Facebook ci sono le donne nude.

Un post non basta. Segue la settimana prossima. Ben accetti i suggerimenti di colleghi agenti, a condizione che non appartengano a nessuna delle precedenti 4 categorie.

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