HNH Hospitality amplia il business: svolta nel real estate

“Cerchiamo alleati per riqualificare edifici ad alto valore aggiunto. Vogliamo fare alberghi anche come parte attiva”. Luca Boccato, ceo di HNH Hospitality, spiega con queste parole l’intenzione dell’azienda di aprirsi all’immobiliare, con l’idea di riqualificare edifici con marchi internazionali nelle città ‘big four’, ossia Venezia, Roma, Milano e Firenze, ma anche in destinazioni come Bologna, Napoli e Torino. “Abbiamo due dossier allo studio - dice il ceo al Corriere della Sera -, uno nel Nord Italia, in destinazioni secondarie, e uno a Roma. Per il 2025 abbiamo poi in cantiere due aperture per un investimento sui dieci milioni”.

L’opportunità della Borsa

“Abbiamo cominciato la selezione dei coinvestitori, istituzionali e privati come i family office” continua Boccato. La società, partecipata dal Fondo italiano d’investimento, gestisce hotel e resort di alta gamma in tutta Italia: sia direttamente con il marchio Almar, sia in franchising con partner come Hilton, Accor e Best Western. Entrata nel percorso Elite di Borsa Italiana nel 2020 e poi nel progetto Ipoready, non esclude la quotazione in Piazza Affari: “È un’opportunità che vogliamo tenere aperta” dice il ceo.

L’obiettivo è toccare i 150 milioni di giro d’affari nel 2027, dopo i 105,7 milioni fatturati nel 2023 (+48% dal 2022), quando il margine operativo lordo dichiarato è stato del 15% e l’utile netto civilistico di 6,4 milioni: “È stato l’anno del record, sopra i 100 milioni: in tre anni abbiamo triplicato - dice Boccato -. Per quest’anno contiamo di fatturare 113-155 milioni mantenendo stabile l’ebitda».

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