Montagna, si allunga la stagione: servono investimenti e regole certe

Sempre più turismo internazionale e destagionalizzato per la montagna. Il dato è emerso al Mountain Hospitality Forum, realizzato da Confindustria Alberghi con Unicredit, in collaborazione con Cushman & Wakefield, Confindustria Belluno Dolomiti e Luiss Business School.

Allora l’investimento sull’hotellerie e la strategia dei servizi devono cambiare.

Come ha illustrato Alessandro Belli, head of hospitality Italy di Cushman& Wakefield, sebbene in Italia gli investimenti immobiliari siano calati, il settore alberghiero, con 1,5 miliardi di euro si è dimostrato tra i più resilienti. In Italia lo scorso anno il RevPar è cresciuto del 45% rispetto al 2019, contro una media europea del 22 per cento.

La crescita degli arrivi e delle presenze è spinta soprattutto dalla clientela internazionale,

americani in primis, che nel caso di Cortina è arrivata a rappresentare oltre il 50% della domanda complessiva.

La montagna cambia, per le condizioni climatiche. Meno neve e discontinua, ma più esperienze legate al territorio, allo sport, all’enogastronomia. E poi i servizi per il benessere, accessibili e inclusivi. La stagione si allunga su 10 mesi, perché le temperature medie che si alzano in città spingono a guardare alla montagna anche in estate. Operatori e grandi brand dell’hotellerie avrebbero risorse e idee, ma serve una sinergia anche con le autorità locali e tempi certi per la realizzazione degli investimenti.

“La montagna -ha detto Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi - è sempre più attrattiva agli occhi del turista internazionale che è alla ricerca di esperienze sempre più legate al territorio con servizi diversificati e un’attenzione alla sostenibilità”.

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