Le agenzie di viaggi e il gregge di Facebook

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Si condivide ogni cosa, senza cognizione e senza verifica. Facebook non è più una community (o social network che dir si voglia) ma un gregge di pecore cliccanti. Tuttavia la maggior parte delle agenzie di viaggi è presente (compresa la mia) e ritiene lo strumento in qualche modo utile a perorare la propria causa.

Qualche anno fa postare un'offerta su facebook era roba da pionieri, ma oggi persino il panificio della signora Gina ci mette i bocconcini al latte in promozione. Per carità, esserci non costa nulla e mantiene in contatto con i propri fan, ma vedo colleghi impegnare prezioso tempo a inserire promozioni, foto e intentare ingegnose azioni commerciali, nella speranza di catalizzare un pubblico sempre più impermeabile alle mille sollecitazioni pubblicitarie provenienti da ogni lato del monitor.  

Per questo, pur ritenendo lo strumento tutto sommato utile, penso sia fondamentale non investirci troppo tempo.

Nel 2011 ho pubblicato su Facebook la media di tre offerte alla settimana investendo su ognuna di esse (tra progettazione e realizzazione) una decina di minuti, ovvero 30 minuti alla settimana che si sono tradotti in 25 ore nell'anno solare: in totale le vendite realizzate attraverso il social network nel corso del 2011 sono state 3 ovvero una ogni 8 ore abbondanti di lavoro.

A fronte di ciò nel 2012 ho modificato la strategia, con una sola proposta lampo di tre-quattro righe, riducendo così il tempo investito a 2 minuti alla settimana, per un totale di circa un'ora e mezza nel corso dell'intero anno. Risultato: due vendite, ovvero una ogni circa 50 minuti di lavoro.

Purtroppo l'analisi risulterà sempre parziale, in quanto accanto al dato ufficiale delle prenotazioni avvenute attraverso l'interessamento a una determinata proposta di viaggio pubblicata, non è possibile conoscere il numero di visite di cui ho beneficiato grazie all'indotto dei 1.550 'mi piace' di cui la mia pagina gode.

Per questo sono sempre più convinto che la parola d'ordine sia senza dubbio 'esserci', ma contemporaneamente moderare il tempo dedicato alla community per tornare a vigilare in modo meno virtuale sul proprio core businnes ovvero il territorio di appartenenza.

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