Italiani e web, il nodo si stringe: ecco cosa si cerca in rete

Gli italiani sono sempre più un popolo di navigatori. Il 71 per cento è oggi su internet, con una crescita di oltre il 7 per cento rispetto al 2013. Nonostante la banda larga sia utilizzata solo da poco più del 5 per cento, la rete è diventata ormai indispensabile per il vivere quotidiano e per essere consumatori consapevoli.

Gli italiani si servono sempre di più di piattaforme telematiche per fruire dei servizi di loro interesse, evitando l’intermediazione di altri soggetti. Si sta sviluppando così un’economia della disintermediazione digitale che sposta la creazione di valore da filiere produttive e occupazionali tradizionali in nuovi ambiti.

Il quadro, spiega Event Report, emerge dal 12esimo Rapporto sulla comunicazione pubblicato dal Censis, secondo il quale negli anni della crisi gli italiani hanno tagliato su tutto tranne che sui media digitali connessi in rete, perché grazie a essi hanno aumentato il loro potere individuale di disintermediazione e ridotto i costi che gravavano sul bilancio familiare.

Il rapporto del Censis indica che ricercare informazioni su aziende, prodotti e servizi è la seconda funzione per cui ci si appoggia alla rete (56 per cento degli utenti) preceduta dalla ricerca di strade e località, 60,4 per cento, e seguita dalle operazioni di home banking, 46,2 per cento. Seguono poi l’ascolto di musica, guardare film, cercare lavoro e telefonare via Skype e servizi simili.

Si diffonde inoltre la pratica di fare shopping sul web. Il 43,5 per cento degli utenti, cioè 15 milioni di italiani, si rivolge all’ecommerce mosso soprattutto dal bisogno di risparmiare: il 37 per cento ritiene competitivi i costi dei beni acquistati in internet.

Nemmeno i social network conoscono cali di interesse: più della metà della popolazione, il 50,3 per cento, ha un profilo su Facebook e YouTube è utilizzato dal 42 per cento. Twitter invece stenta ad affermarsi: solo il 10,1 per cento degli italiani lo usa, probabilmente a causa della sintesi a cui obbligano i 140 caratteri.

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