• 04/11/2025 08:08

Guasti, ricambi mancanti,consegne a rilento: gli aereie la tempesta perfetta

La tempesta è un fenomeno complesso, che per verificarsi richiede la presenza di più circostanze che devono presentarsi nello stesso momento, in una girandola di coincidenze. Solo in quel momento la natura mostra tutta la sua potenza. E, spesso, l’unica cosa da fare è aspettare che passi.

Qualcosa di simile sta accadendo al trasporto aereo, che da quasi 6 anni a questa parte sta attraversando alterne vicende e che ora si trova al centro di correnti contrarie che rischiano di farlo sballottare come mai prima d’ora. Problemi ai motori, trattative tra sindacati e aziende produttrici, consegne al rallentatore: il settore sta attraversando una bufera più unica che rara, generata da un’insieme di fenomeni più o meno collegati. E l’unica cosa da fare ormai sembra essere spingere i motori e sperare che la tempesta perfetta si esaurisca quanto prima.

A ben vedere le acque non sono calme sin dai problemi dell’B737 Max, manifestatisi alla fine dello scorso decennio ma proseguiti ancora negli anni successivi. Un aereo che doveva essere la promessa del futuro ma che invece venne messo a terra fino al 2021; ma già a gennaio dello scorso anno l’aeromobile ha avuto nuovamente problemi, con il distacco di un portellone in volo.

Il problema sarebbe anche stato risolvibile, se non fosse per uno scenario che definire complesso è un eufemismo: lo stop pandemico, nel frattempo, aveva portato da un lato a una carenza di componenti causa stop della produzione, dall’altro a un incremento abnorme della domanda, reduce dalle restrizioni di viaggio e più che mai desiderosa di rifarsi dei viaggi perduti.

La ricerca della ripresa

Risultato? Richieste altissime e consegne rallentate come non mai, anche a causa del rallentamento nella produzione del citato B737 Max imposto dalla Faa proprio per evitare problemi dovuti alla fretta.

Poco più di un anno fa, inoltre, Boeing ha dovuto far fronte al più imponente sciopero della sua storia: per settimane i dipendenti si sono astenuti dal lavoro, con un braccio di ferro che alla fine li ha visti vincitori, ma che ha ulteriormente rallentato le consegne.

Una serie di intoppi che avrebbe potuto favorire gli europei di Airbus. Se non fosse che anche loro, nel frattempo, dovevano affrontare dei grattacapi non da poco. Gli A320neo, altra grande promessa dell’aviazione, hanno dovuto affrontare i problemi legati ai motori Pratt&Whitney: una serie di guasti che si protrae ormai da anni e che, come riassume corriere.it, è ben lontana dal vedere una soluzione. Ormai il mercato dei ricambi è arrivato, riporta la testata, a smontare gli aerei nuovi per riparare quelli già consegnati.

Secondo gli ultimi dati Cirium, su oltre 20mila velivoli a corridoio singolo uno su dieci è a terra; una quota importante, se si calcola che la percentuale fisiologica di aerei in riparazione oscilla tra il 3 e il 5%. Se si calcolano gli aerei con i motori incriminati Pratt&Whitney, la quota sale al 30%. E se si considerano solo gli A320neo, la percentuale raggiunge livelli inverosimili: 47% di aerei fermi per manutenzione.

Una situazione che coinvolge gran parte delle compagnie aeree mondiali. E che non sta facendo sconti a nessuno.

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