- 18/11/2025 08:30
Inizia l’era dei piccoli scali:lo sviluppo secondo l’Enac
Un sistema aeroportuale efficiente, diffuso e non centralizzato, capace per questo di avere ancora ampi margini di crescita. A fare il punto sul panorama infrastrutturale dell’aviazione italiana è Alexander d’Orsogna, direttore generale dell’Enac, nel corso di un convegno all’Università degli Studi di Milano Bicocca.
“Il sistema aeroportuale italiano è cresciuto nell’ultimo anno del 5%, e a fine 2025 raggiungeremo quota 285 milioni di passeggeri. Ma il nostro comparto ha ancora tantissime opportunità di sviluppo ulteriore”, ha spiegato. Secondo D’Orsogna, infatti, in Italia abbiamo una rete di aeroporti molto diffusa, che nel Nord del Paese raggiunge anche la media di un aeroporto ogni 50 Km. La visione strategica precedente, vedeva questi scali come superflui. Oggi invece, in un panorama aeronautico sempre più diversificato, ognuno può contribuire con le sue logiche a far crescere il Paese.
Un nuovo sistema
“Questo modello di aeroporti diffuso sul territorio, nel passato è stato un elemento di criticità – ha spiegato D’Orsogna -. Oggi è invece diventato un elemento di crescita”.
Se infatti di questi 285 milioni di passeggeri, la metà circa si concentra tra Roma e Milano, accanto a questi stanno crescendo tante altre realtà più piccole, che ormai stanno diventando nuovi sistemi aeroportuali. È il caso di Venezia, o degli scali di Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
“L’unica realtà europea a noi vicina è la Spagna, gli altri sistemi sono molto più concentrati: ad esempio quello tedesco, quello inglese o quello francese” ha aggiunto D’Orsogna.
Quello che cambia oggi rispetto ad alcuni anni fa, è la dimensione economica che questi nuovi aeroporti hanno saputo trovare. “I grandi hub - ha concluso - hanno un modello completamente diverso dai piccoli scali, che hanno invece una logica più locale, ma che indubbiamente configurano un modello di business diverso”.