- 16/12/2025 08:00
Confindustria Alberghi,una ‘beauty tax’ al postodella tassa di soggiorno
Ancora tensioni tra albergatori e Governo in merito alla tassa di soggiorno, con Confindustria Alberghi che propone di trasformarla in una ‘beauty tax’, mentre la politica continua a difenderla. La tanto criticata imposta di soggiorno, reintrodotta in Italia nel 2009, non smette di far discutere, a cominciare proprio dalla possibilità dei comuni di decidere se e quanto applicare.
“Noi proponiamo una revisione complessiva della norma. Serve maggiore uniformità rispetto alla varietà di costi che ci sono oggi da città a città e che disorientano i clienti – ha dichiarato la presidente di Confindustria Alberghi, Elisabetta Fabri -. Inoltre, serve più trasparenza sul percorso che questi fondi fanno, per capire come vengono reinvestiti dai comuni per supportare il turismo”.
Per gli albergatori, comunque, il punto più contraddetto della norma resta sempre la riscossione. “Noi imprenditori non siamo degli esattori, eppure lo Stato ci fa fare questo lavoro dal 2013 – ha aggiunto -. Per questa attività, inoltre, non riceviamo sovvenzioni, mentre ci vengono addebitate le spese delle commissioni e le responsabilità giudiziarie in caso di errore. Tutto questo oltre a dover sopportare le lamentele dei turisti che non capiscono. Così non possiamo andare avanti”.
Mentre il ministro Santanchè, pur aprendo alle richieste di modifica, continua a difendere la norma, gli albergatori lanciano la loro proposta: “Non siamo disposti a nessun tipo di aumento, anzi siamo favorevoli alla sua abolizione e sostituzione con una ‘beauty tax’, una ‘tassa sulla bellezza’ del nostro patrimonio artistico, non legata alle notti in albergo. I turisti la pagherebbero molto più volentieri”, ha concluso Fabri.