• 25/06/2025 18:22

Firenze, turisti dagli States in flessione. Federalberghi: “Mancano certezze”

Dopo mesi di crescita costante, il turismo statunitense a Firenze mostra segni di calo, con prenotazioni che si fermano, disdette che aumentano e una generale incertezza che pesa sull’intero comparto alberghiero.

A preoccupare, come riporta La Nazione, è il blocco del flusso americano, una delle voci più forti della domanda estera in città, sia in termini numerici che di capacità di spesa.

Già a maggio si erano registrati i primi segnali di tensione, ma il mese si era comunque chiuso con risultati positivi. Poi è arrivato giugno e, dopo una prima settimana discreta, il sistema si è improvvisamente rallentato. Le presenze statunitensi sono quelle prenotate mesi fa. Il resto si è arenato, bloccato da un contesto internazionale instabile che ha generato incertezza e timori.

“La situazione internazionale – osserva Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze – non aiuta a prenotare viaggi. Maggio è andato bene, ma da giugno si è registrata una frenata. E anche luglio parte a rilento. Il conflitto tra Stati Uniti e Iran desta molte preoccupazioni e ha avuto un impatto immediato: dopo i primi giorni del mese, le prenotazioni sono diminuite drasticamente. Stanno arrivando solo i turisti che avevano confermato mesi fa”.

“Il turismo – prosegue Bechi – è sensibile al tema della sicurezza. Le persone, davanti a scenari incerti, preferiscono rimandare il viaggio”. La preoccupazione si sposta ora sulla seconda parte dell’anno. Le prenotazioni per luglio, agosto e settembre al momento sono praticamente assenti.

“Gli americani sono molto sensibili a questo tipo di eventi – conferma Monica Rocchini, presidente di Assohotel Confesercenti Firenze – e da mesi assistiamo a una preoccupante tendenza. Appena sono usciti i primi titoli legati alla questione dei dazi, molti hanno iniziato a cancellare le vacanze. Poi è arrivata la crisi mediorientale, e le prenotazioni non sono più arrivate. Abbiamo avuto disdette a maggio e giugno, ma ora il vero problema è che non ci sono richieste per i mesi estivi. Il secondo semestre si prospetta molto più debole rispetto allo scorso anno”.

Secondo le stime di Assohotel, il calo degli arrivi dagli Stati Uniti può arrivare al 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un crollo che riguarda sia i grandi hotel che le piccole strutture. Ad aggravare il quadro è l’impossibilità di fare previsioni. L’instabilità geopolitica frena la propensione al viaggio, e città d’arte come Firenze si ritrovano esposte a criticità difficili da gestire.

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