- 28/11/2025 08:00
Santanchè a tutto campo“Puntiamo sulla qualità“
“Il 2025 si chiuderà con risultati positivi con oltre 53 milioni di presenze e una spesa che è passata da 168 a 185 miliardi”. Dal palco del BizTravel Forum il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha snocciolato con soddisfazione i dati dell’ultima annata turistica italiana.
Particolarmente importante per la titolare del Mitur è il risultato della spesa turistica. “Questo è il dato che mi interessa di più - ha rimarcato -, perché dobbiamo essere sempre di più una nazione di qualità e non di quantità. Non importa quanti turisti abbiamo, il nostro obiettivo è far sì che questi visitatori restituiscano alle comunità turistiche quel valore che è giusto restituire. Il turismo mordi e fuggi non è interessante per l’Italia”.
Le direttrici
La ricerca di un turismo di qualità, uno dei mantra del mandato della senatrice di Fratelli d’Italia, segnerà ancora il cammino del Ministero del Turismo nella parte restante della legislatura Meloni. “Sono due le direttrici su cui ci muoviamo per i prossimi anni - ha spiegato il ministro -: la prima è la formazione e la professionalizzazione dei lavoratori del turismo, perché la qualità non si può disgiungere dalla formazione delle persone che lavorano nella filiera. Per questo abbiamo messo a disposizione 42 milioni di euro per creare il Polo strategico nazionale di alta formazione del turismo, insieme alle università. La seconda direttrice è la destagionalizzazione”.
Su questo punto, altro leit motiv del Mitur sotto l’egida di Santanchè, il ministro sottolinea la necessità di diversificare le proposte, partendo da uno dei punti di forza naturali del Belpaese: “Siamo una Penisola e abbiamo un clima favorevole tutto l’anno, quindi dobbiamo lavorare su offerte turistiche per poter destagionalizzare. Partendo, ad esempio, dagli eventi sportivi - come il Giro d’Italia, la 6 Nazioni, le Atp Finals di Torino, la Coppa Davis che c’è stata a Bologna, l’America’s Cup che ci sarà a Napoli nel 2027 e Milano-Cortina -, ma posso fare anche degli esempi nel settore fieristico. Tutte le fiere sono importanti, perché destagionalizzano e portano turismo di qualità. E dovremmo investire di più su quegli alberghi e quelle strutture che ospitano i congressi. Abbiamo città che potrebbero usufruire di questo segmento”.
Sostenibilità
Grande attenzione parallelamente, secondo il ministro, dovrà essere prestata alla “sostenibilità, che non è solo quella ambientale, ma è anche quella economica e sociale, che mette al centro l’uomo”. Questo vuol dire per Santanché continuare a investire nei mesi spalla e contrastare l’overtourism concentrando gli sforzi sulle destinazioni minori. “I dati ci dicono che il 75% dei turisti visita il 4% del territorio nazionale, questo vuol dire che il 96% del territorio soffre di undertourism e per crescere dobbiamo lavorare quindi nelle aree interne e nelle isole minori, puntando sugli eventi sportivi e su tutto quello che permette di far lavorare le imprese turistiche di quei territori. Per far ciò studiare i dati è fondamentale, ma abbiamo anche bisogno di alberghi e anche degli affitti brevi, perché se non ci fossero in moltissime località d’Italia i turisti non potrebbero pernottare”.
I nodi tassa di soggiorno e cedolare secca
Ma proprio per quanto concerne questi due ultimi comparti restano ancora diverse partite aperte. A partire dalla tassa di soggiorno, un’imposta che per Santanchè avrebbe bisogno di “una riforma strutturale: il mio desiderio sarebbe avere una tassa proporzionale, perché credo che se uno viene a Milano e paga 2mila euro a notte per una suite può pagare un po’ di più, mentre uno che paga 100 euro può pagare un po’ di meno. Credo che ci debba essere una proporzionalità, ma quando dico questo faccio arrabbiare gli albergatori”.
C’è poi il discusso incremento della cedolare secca sulle locazioni turistiche, questione ancora oggetto di dibattito all’interno della maggioranza di Governo. Sul tema il ministro ha le idee chiare: “Se la cedolare secca al 21% era nata per gli affitti 4+4, l’ipotesi di portare la cedolare secca al 26%, non sulla prima casa, ma sugli affitti brevi non la trovo uno scandalo. Come ministro mi rimetterò al Parlamento, magari trovando il giusto compromesso”. Su queste questioni il ministro esorta comunque le associazioni a non fare ostruzionismo, ma a cercare il dialogo. “Con i no a tutto non si costruisce niente - ha concluso -. Meglio sedersi attorno a un tavolo e fare le cose giuste, perché se ragioniamo solo da conservatori si fa un danno alle generazioni future. Cerchiamo il giusto balance”.