• 15/12/2025 15:28

L’Italia nell’età selvaggia, del ferro e del fuoco, e il “Grand Hotel Abisso”

L’immaginifico e apocalittico titolo del 59^ Rapporto Censis, l’istituto di ricerca fondato nel 1964 da Giuseppe De Rita, fotografa lo stato di salute economica e sociale, ma anche emotiva e spirituale del nostro Paese. Un’Italia che oggi sembra oscillare tra paure ancestrali e tensioni messianiche, appunto “età selvaggia del ferro e del fuoco”, di predatori e prede, di totale sfiducia nella politica, di seduzione verso le autocrazie. Proviamo a coglierne alcuni spunti, che impattano anche sul consumo di viaggi e turismo.

1. Gli italiani sono edonisti, quindi a viaggi e vacanze non rinunceranno mai - Nonostante i barbari alle porte, gli italiani non sono inclini a prendere alloggio nelle confortevoli stanze del «Grand Hotel Abisso», dove sperperare gli ultimi averi prima che scocchi la mezzanotte, sporgendosi deliziati e inconsapevoli, con le bende agli occhi, sull’orlo del baratro, mentre ci si allieta con piaceri sfrenati e pasti goduti negli agi, finché non sopraggiungano le tenebre. Certamente no, visto che sono impegnati a districarsi con sagacia e misura tra piccole cicatrici e grandi minacce. Gran parte degli italiani sprigiona ogni giorno un’energia sorprendente, che dimostra un approccio positivo alla vita: il piacere è inscritto nel nostro stile di vita, come espressione di una connaturata vocazione edonistica. Cosa c’è di più edonistico (a parte il sesso, lo certifica pure il Rapporto...) di una vacanza?!

2. Pur di viaggiare, va bene anche in economy - La maggior parte degli italiani è diventata ceto medio, in progressivo impoverimento, quale conseguenza della negativa dinamica dei redditi, della crisi economica e di fiducia post-pandemia, della conseguente inflazione. Ne consegue l’arresto nella crescita dei consumi, nonostante il “nuovo” ceto medio non rinunci a viaggiare e a consumare, disposto a farlo con un biglietto economy e - di quando in quando - a concedersi l’upgrade di un biglietto Premium. Ryanair e Booking.com über alles.

3. Saranno i nonni a pagare le vacanze a figli e nipoti, e a godersele pure loro - L’Italia continua a invecchiare rapidamente: gli over 65 rappresentano il 24,7% della popolazione (14,6 milioni di persone): erano il 18,1% nel 2000 (10,3 milioni) e il 9,3% nel 1960 (4,6 milioni). L’aspettativa di vita cresce ulteriormente: 85,5 anni per le donne e 81,4 per gli uomini. Tra vent’anni, nel 2044, gli anziani (ma non chiamateli tali!) raggiungeranno i 19 milioni (il 34,1% della popolazione). I Baby boomer (nati dal 1946 al 1964) sono l’ultima generazione ad aver conosciuto il benessere in forma diffusa e continuano a distribuirlo: il 43,2% dei pensionati garantisce regolarmente aiuti economici a figli, nipoti e parenti; il 61,8% ha già versato (o ha intenzione di farlo) un contributo economico a loro favore, per sostenere spese importanti, come l’acquisto della prima casa. I viaggi non sono più considerati un bene superfluo e il consumo è intergenerazionale.

4. Ineluttabile declino di cataloghi di viaggi e guide turistiche - Negli ultimi vent’anni (2004-2024) la spesa per la cultura delle famiglie italiane si è drasticamente ridotta (-34,6%). Si tratta di circa 12 miliardi di euro nell’ultimo anno, ovvero poco più di un terzo di quanto si spende nell’insieme per smartphone e PC (quasi 14,5 miliardi nel 2024: +723,3% negli ultimi vent’anni) e servizi di telefonia e traffico dati (17,5 miliardi). La riduzione dei consumi culturali dipende dalla forte contrazione della spesa per giornali (-48,3% in vent’anni) e libri (-24,6%). Se Gen Z e soprattutto Generazione Alpha non comprano giornali e non leggono libri, evidentemente il cartaceo non appartiene loro. Inutile illudersi, ne ho già scritto: per la scomparsa di cataloghi e guide, è solo questione di tempo.

5. Le esperienze hanno preso il posto delle destinazioni - Se la riduzione di consumi culturali ha drammaticamente impattato su giornali e libri, altri consumi di beni (+14,2%) e servizi culturali (+28,9%) sono fortemente cresciuti. Nel 2024 il 45,5% degli italiani è andato al cinema, il 24,7% ha assistito a eventi musicali, il 22,0% a spettacoli teatrali, il 10,8% a concerti di musica classica e all’opera. Musei e mostre sono stati visitati dal 33,6% degli italiani, siti archeologici e monumenti dal 30,9%. L’offerta culturale diventa sempre più un dispositivo esperienziale. Si va a Firenze per un selfie sul Ponte Vecchio e s’ignora - bellamente e consapevolmente - chi sia il Brunelleschi.

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