• 06/03/2018 11:30

“Ci siamo ammalati in vacanza”: ma le foto su Facebook li tradiscono

Mentire sulle vacanze può costare caro: anche 26 settimane di prigione, se si è un viaggiatore inglese desideroso di aggiungersi alla lista di coloro che hanno ottenuto in rimborso lamentando malori durante il viaggio.

I misteriosi casi di ‘malattie in vacanza’ per i viaggiatori inglesi non sono una novità: il moltiplicarsi dei casi di malesseri in viaggio si erano moltiplicati dopo il varo di una legislazione particolarmente favorevole al consumatore finale proprio in materia di rimborsi e risarcimenti per chi si ammalava durante un soggiorno.

In un solo anno, raccontavano le cronache a marzo del 2017, i reclami erano aumentati del 600 per cento. Del resto, ormai bastava lo scontrino di una farmacia o la diagnosi di un medico effettuata via telefono per ottenere un rimborso. Ma l’aumento aveva decisamente insospettito coloro che si trovavano a gestire le pratiche, come i tour operator e gli stessi alberghi.

La ‘caccia alla finta indisposizione’ ora ha messo sotto accusa, in Inghilterra, due turisti (clienti Tui) che avevano affermato di essersi ammalati durante un viaggio in Turchia. Ma, come racconta travelmole.com, a tradirli sono state le foto pubblicate da loro stessi su Facebook: le immagini li ritraevano mentre mangiavano, bevevano e si divertivano. Insomma, un quadro ben diverso dalla malattia.

Una volta scoperti, i due clienti avrebbero deciso di ritirare la richiesta di rimborso. Ma Tui non ha lasciato cadere la questione nel vuoto e ha portato i due in tribunale.

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