- 19/08/2025 08:35
Le 5 regole di Virtuosoper i viaggi di lusso
Splende il sole in casa Virtuoso. I dati del network, riunitosi per la 37° volta per la sua ormai iconica Travel Week, mostrano un +12% di crescita sul 2024 fino ad oggi, e le attese per l’autunno sono del +39% di vendite e del +30% di prenotazioni rispetto allo scorso anno. Per il 2026 e il 2027 i consulenti di viaggio Virtuoso si attendono un +24% di vendite.
Insomma, il segmento lusso continua a tirare, anche se Matthew Upchurch, fondatore e ceo del network, ha puntato l’attenzione su 5 temi che gli agenti di viaggi devono tenere ben presenti per continuare a crescere.
1. Stare al passo con la tecnologia con la rapida ascesa dell'intelligenza artificiale
Upchurch vede la tecnologia come un'opportunità, non come una minaccia. “Abbiamo coltivato un ecosistema tecnologico in crescita e dinamico che mira a migliorare, piuttosto che a sostituire, le relazioni umane” spiega. Il Virtuoso Tech Summit, che ha dato il via alla Virtuoso Travel Week di quest’anno, ha incoraggiato i consulenti a considerare l’intelligenza artificiale per applicazioni back-end, come l’utilizzo di API per semplificare le prenotazioni e, soprattutto, interpretare i dati per aiutare a vendere in modo più strategico. Con recensioni, immagini e persino video falsi in aumento, Upchurch sostiene che “i consulenti affidabili diventeranno sempre più preziosi”.
2. I marchi di lusso sono solidi solo quanto gli investimenti
Con i prezzi medi degli hotel Virtuoso in aumento del 62% dal 2019 a oggi, gli ospiti si aspettano che il fattore wow sia all'altezza del prezzo. Ma, come ha sottolineato Upchurch, l'esperienza dei viaggiatori spesso dipende meno dal marchio e più dalla volontà di investire nella struttura e nel suo personale.
Ritardi nel rinnovo delle camere, aggiornamenti più lenti e personale ridotto sono dettagli che i viaggiatori di lusso notano.
“Le piccole sfumature saranno ancora più importanti - ha detto Upchurch -. Non si tratta solo del brand, ma dell’esperienza effettiva nella struttura”.
3. Viaggi internazionali in entrata: gli Stati Uniti sono un caso anomalo
Sebbene si preveda che i viaggi internazionali in entrata cresceranno a due cifre a livello globale, gli Stati Uniti sono l'unico paese che dovrebbe registrare un calo.
I dati di Virtuoso, però, raccontano un’altra storia. Le vendite in entrata negli Stati Uniti sono aumentate del 4% su base annua da gennaio a luglio, e le prenotazioni autunnali sono aumentate del 27%. Bill Hornbuckle, ceo di MGM Resorts International, ha sottolineato la posta in gioco: il suo messaggio alla sala è quello di continuare a sostenere le ragioni economiche del turismo con i decisori politici.
4. I cambiamenti generazionali rimodelleranno la domanda
Oggi viaggiano contemporaneamente ben sette generazioni, ma due gruppi dominano il dibattito. I Baby Boomer, che rimangono i big spender, con un patrimonio stimato di 83.000 miliardi di dollari in tutto il mondo, quasi il doppio della ricchezza di tutte le altre generazioni messe insieme.
E la Generazione Z, che già dà priorità alle esperienze rispetto ai beni materiali, “potrebbe riscrivere il settore dei viaggi”, ha affermato David Kolner, evp of strategy di Virtuoso, con i ricercatori che prevedono che diventerà la generazione più ricca e influente della storia. Per ora, i Baby Boomer, la Generazione X e i Millennial continueranno a guidare il mercato, ma i consulenti dovrebbero iniziare a personalizzare le strategie in base ai valori e alle aspettative della Generazione Z.
5. Sostenibilità: dall’overtourism alla “gestione della destinazione”
La sostenibilità non è più una preoccupazione di nicchia. L'ultimo sondaggio di Virtuoso tra i consulenti vede il 77% affermare che i clienti sono più interessati a prenotare viaggi sostenibili rispetto a cinque anni fa. Anche i viaggiatori stanno modificando le proprie abitudini, con il 79% che esplora destinazioni alternative e regioni più fresche, oltre a viaggiare in quelle che un tempo erano considerate stagioni intermedie. “Il viaggio è una forza positiva - ha detto Upchurch -. Liberiamoci del termine overtourism e parliamo di 'gestione della destinazione'. La gestione della destinazione inizia con ciò che una destinazione desidera in una prospettiva di autodeterminazione, ed è poi nostra responsabilità, come organizzazioni e viaggiatori, rispettarlo”.