“Il rimbalzo del post Covid è finito nel 2024, la crescita è strutturale”, ha commentato così i dati positivi sul settore business travel Luca Patanè, Presidente Gruppo Uvet, a margine del Biz Travel Forum 2025 a Milano, “abbiamo avuto un autunno buono, in generale nel 2025 siamo cresciuti del 10% sia di valore che come viaggi. Per quanto ci sono i momenti di alti e bassi, come quando sono stati annunciati i dazi: il giorno dopo è stato un crollo, ma ci siamo ripresi”.
Una filosofia ottimista, ma previdente e di costruzione step by step anche per i prossimi anni, quella del Presidente di Gruppo Uvet, che sul palco di Milano ha voluto riunire e dialogare con diversi stakeholder.
Ottimismo come visione condivisa
“Lo stallo descrive una situazione forzata senza uscita, ma non è la parola giusta per l’attualità”, ha sottolineato Valerio De Molli, managing partner e ceo The European House - Ambrosetti, che si è preso in carico il compito di evidenziare gli squarci di luce sulla situazione Italia, spesso, a detta sua, descritta con immotivato pessimismo. “A Cernobbio due terzi delle aziende partecipanti al nostro forum ha previsto di chiudere un 2025 con fatturato in crescita”, ha commentato, sottolineando come l’Italia abbia un ottimo spettro di eterogeneità dei Paesi export, una garanzia per attutire imprevisti come il colpo dei dazi, ad esempio.
Lato travel, continua De Molli, tra il 2020 e il 2024 gli arrivi turistici internazionali sono cresciuti a un ritmo oltre tre volte superiore a quelli nazionali, e l’Italia è al secondo posto in Europa per passeggeri trasportati via treno.
Gli ha fatto eco Gianpiero Strisciguglio, ad e direttore generale di Trenitalia, sottolineando i segnali di ottimismo anche lato ferrovie: “La quantità di domanda è elevata ed è cresciuta esponenzialmente. Per questo il sistema ferroviario in Italia è chiamato alla sfida di crescere e di sviluppare ulteriormente la rete alta velocità, in sinergia con i colleghi europei. L’av italiana è un’eccellenza, solo Trenitalia trasporta 50 milioni di passeggeri l’anno. La nostra visione prevede servizi in costante evoluzione, così come la flotta, per rendere lo spostamento in treno sempre più una esperienza di viaggio a tutto tondo”.
Il mondo travel
Uno scenario positivo declinato sul travel e illustrato da Fredric Lindgren, vice president, agency sales Emea di Travelport, che ha spiegato come l’Italia abbia superato l’Europa nel suo complesso nel recupero post pandemia: “La ‘annual seat growth’ dei voli aerei è al +18% rispetto al 2019, con una buona crescita soprattutto degli aeroporti italiani periferici, prediletti dalle low cost. Una situazione simile alla Spagna”. L’elemento più importante, spiega Lindgren, è la crescita diversificata su più settori: sicuramente le ota hanno fatto meglio di tmc e distribuzione fisica, ma nel complesso la situazione è positiva secondo Lindgren.
James Adams, executive vice president e chief commercial officer international di Avis Group, ha confermato anche dal loro punto di vista un recupero dei viaggi corporate, contro le previsioni dell’epoca Covid che sembravano decretare la morte di questo segmento. “L’Italia per noi ha una situazione rosea, con dati sulle spese premium che crescono fortemente, tanto che abbiamo lanciato il prodotto Avis First con servizio di speedy boarding proprio in Italia. La richiesta in questo settore, infatti, è di sempre maggiore velocità e flessibilità”.
Conferma Patané che il viaggio business è in costante evoluzione e bisogna saper leggere gli input del mercato, stando vicini alle esigenze dei clienti: “Leggendo i nostri dati ci siamo accorti che i clienti corporate stavano prenotando sempre più appartamenti, per allungare i soggiorni, anche in aree italiane non centrali, e abbiamo adeguato i servizi. Dall’altra abbiamo aggiunto la possibilità di mandare richieste tramite strumenti di messaggistica vocale, con la voce identificata tramite il timbro. Da una parte, quindi, bisogna interrogare e saper leggere la propria base dati, dall’alta essere pronti a mettere in discussione le certezze per cambiare direzione. E in entrambi i casi la tecnologia è un alleato fondamentale, ma bisogna mettere al centro persone formate e in grado di usarla e, nel caso dell’AI, di interrogarla con intelligenza umana”, ha concluso il Presidente di Uvet.