La riforma del regolamento sui ritardi aerei appena approvata in Ue, che ha ammorbidito i termini per il risarcimento, non ha colto di sorpresa il mondo del turismo italiano. “Non la trovo una cosa scandalosa, va bene tutelare sia il cliente che il vettore”, ha dichiarato Enrica Montanucci di Maavi. “È una leggera diminuzione dei diritti, ma è un compromesso tra vari interessi, in un settore con tante criticità “, gli fa eco Gianni Rebecchi presidente di Assoviaggi. “Il settore dei viaggi è intrinsecamente complesso, e non sempre il legislatore europeo riesce a cogliere appieno il contesto e il ruolo degli attori coinvolti nell'intera filiera”, ha aggiunto Gabriele Milani, direttore di Fto.
Il primo voto di Bruxelles viene quindi visto come una mediazione con la potente lobby delle compagnie aeree, ma ora in ballo ci sono altre questioni, a cominciare dal regolamento sul turismo organizzato, la cosiddetta direttiva sui pacchetti turistici, la cui discussione è solo parziale e agli inizi.
I timori del turismo italiano
La paura delle associazioni di categoria è che l’Europa tenga un approccio diverso tra quello appena assunto nella revisione della normativa sul Trasporto Aereo e quello che assumerà sui Pacchetti Turistici. “Auspichiamo pari trattamento, con l’accoglienza delle richieste dell’industria dei viaggi organizzati, così come oggi sono state accolte le richieste dell’industria del trasporto aereo”, ha chiarito Giuseppe Ciminnisi, presidente Fiavet.
Per Assoviaggi “il rischio è che stiamo ipernormando il settore turistico con regole inapplicabili nel mercato reale”, Fiavet chiede di adottare “gli stessi regimi di responsabilità e di tutela nei confronti dei consumatori, sia per il turismo che per i trasporti”. Stessa richiesta anche per Fto: “c'è bisogno di armonizzare il regolamento 261, la direttiva sui pacchetti turistici e quella sui viaggi multimodali, per evitare”.