Frena l’operazione
vendita di Alpitour

Alpitour riflette, respira e rimanda. La vendita del gruppo torinese voluta e organizzata dal suo azionista di maggioranza Giovanni Tamburi pare scivolare via. I tempi si sono allungati e ora si naviga ben oltre la primavera.

Sembrava un’operazione bene avviata, parliamo di ottobre dello scorso anno. Invece, le cose sono andate diversamente ed ora, anche qualche testata sempre molto attenta alla vita di via Lugaro a Torino, ammette che forse tutto è rimandato.

La società presieduta da Gabriele Burgio arriva da un esercizio 2023 di buona fattura, con numeri capaci di stupire e convincere anche una parte del parterre finanziario.

Lo stupore deriva dal fatto che in molti sanno quanto sia difficile nell’industria del turismo realizzare performance di livello. Alpi, invece, mostra un volto luminoso e sospinta anche da uomini di levatura come Pier Ezhaya e Carlo Stradiotti macina risultati. Sfruttando al meglio la ripresa post pandemia e la forza di pesare sul mercato con fornitori e consumatori.

Nonostante questo, la trattativa per la cessione del controllo societario, dopo un avvio in linea con le aspettative di Giovanni Tamburi, rallenta. Non si arresta mai, ma va sostazialmente a strappi e lascia l’impressione al mondo della finanza che la richiesta della proprietà forse sia troppo alta, mentre l’industria incassa frenate dovute ai venti di guerra. Magari tra qualche settimana Tamburi smentirà tutti, annunciando la sua uscita di scena dal mondo del turismo, ma troppe notizie indicano che Alpitour non è ancora pronta a cedere le chiavi di casa.

Intanto, proverà a fare bene in questa seconda parte dell’esercizio ‘24, in chiusura a fine ottobre. Una fase non certo semplice, perché su alcune mete le difficoltà dell’intero settore sono note. Ma, solo Alpitour, l’unica realtà di taglio industriale può superare anche questi momenti.

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